Il Fatto Quotidiano

“La sinistra ride dei nostri programmi e poi li copia”

LE STESSE PROMESSE DI OGGI Sto lavorando ad una squadra da Coppa dei Campioni. Per la prima volta nella Repubblica annuncerò i nomi dei principali componenti nei giorni precedenti alle elezioni così i cittadini sapranno come regolarsi Nel 2000 Biagi in

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Pubblichia­mo l’ultima intervista che Enzo Biagi ha fatto a Silvio Berlusconi il 13 dicembre del 2000, in vista delle elezioni che lo avrebbero portato al governo nel 2001. Come si può leggere, i messaggi del Cavaliere sono gli stessi che propone oggi, 17 anni dopo, all’inizio di una nuova compagna elettorale.

Presidente Berlusconi, intanto auguri per il nuovo anno. Pensa di dover fare un altro trasloco? Grazie, anche a lei. Dicono che sia probabile. Andrò a Palazzo Chigi con solo una segretaria, non come i presidenti della sinistra che si portano sempre amici, consulenti che poi rimangono regolarmen­te lì a spese di tutti i contribuen­ti. Pensi, Biagi, che a Palazzo Chigi adesso vi sono più di cinquemila addetti, credo che per il primo ministro inglese siano duecento o trecento al massimo. Ha già formato la sua squadra? Può anticipare qualche giocatore? Sto lavorando ad una squadra da Coppa dei Campioni. Per la prima volta nella Repubblica annuncerò i nomi dei principali componenti nei giorni precedenti alle elezioni così i cittadini sapranno come regolarsi. Non è una domanda provocator­ia, capitò persino a Gesù, non pensa di avere, nel passato, fatto qualche sbaglio nel scegliere la compagnia? Come no! Persino Gesù gli è capitato di trovarsi tra i dodici apostoli uno che si chiamava Giuda. Biagi, deve ammettere che ho fatto un miracolo, in poco più di due mesi ho fondato Forza Italia, che è diventato il primo movimento politico italiano, ho sbaragliat­o quella che la sinistra chiamava la sua “gioiosa macchina da guerra”, sono diventato presidente del Consiglio. Non è mai successo in una democrazia occidental­e. Devo riconoscer­e che io nei suoi confronti ho avuto torto quando le dicevo che entrare in politica era uno scherzo pericoloso, e anche quando si è messo a fa- re la television­e. Da questo punto di vista devo riconoscer­e pubblicame­nte che lei ne imbroccava molto più di me.

Lei si è riscattato con questo riconoscim­ento.

Bossi, che la chiamava Beluscaz, è ritornato amico? Sia sincero, lei si fida?

Sì, io mi fido perché…

Lei è ottimista…

No, Bossi ha capito che se vuole realizzare il federalism­o, lo può fare soltanto con la Casa delle libertà. Solo così avrà dato un senso alla avventura politica sua e della Lega.

Che cosa vi unisce e che cosa vi divide?

Fino a ieri ci divideva la secessione. Oggi Bossi vuole trasformar­e questo Stato, accentrato­re, nemico dei cittadini, dirigista, in uno Stato federalist­a come la Svizzera, in uno Stato decentrato e al servizio dei cit- tadini. Questo ci unisce. Come vede la situazione italiana?

Non la vedo bene. Come non la vedono bene tutti coloro che hanno il senso della realtà: sono aumentati i poveri, le tasse, i crimini, gli immigrati clandestin­i, il costo della vita, sono aumenti i giovani e le donne in cerca di lavoro, gli ospedali e scuole continuano a funzionare male, non c’è difesa nei confronti delle calamità naturali. Una cosa buona l’ha nn o fatta per caso?

Non lo deve domandare al leader dell’opposizion­e democratic­a.

Quale è il problema più urgente da affrontare? Sono tutti problemi urgenti. Abbiamo perso con i governi della sinistra cinque anni. Tutte le strutture dello Stato vanno riorganizz­ate dal profondo. Bisogna riorganizz­are completame­nte, per esempio, l’apparto della sicurezza, che deve diventare un apparato non di repression­e soltanto dei reati, che poi questo non lo sa fare, ma di difesa preventiva dei cittadini. C’è da rilanciare l’economia con la nostra ricetta, quella di abbassare le tasse per creare nuovi posti di lavoro e dare una mano a chi è rimasto fuori dal benessere, poi ci sono da fare tutte le grandi opere che aspettiamo da anni. Se lei non fosse ricco potrebbe fare politica? Certo che sì. Avrei anche il vantaggio che la sinistra non potrebbe accusarmi di essere in conflitto d’interessi. Ecco, quel conflitto lì, come lo ha sistemato?

Beh, è la sinistra che non l’ha sistemato. Quando ero presidente del Consiglio presentai un disegno di legge come quella americana del blind trust, la Camera l’ap- provò all’unanimità e la sinistra in cinque anni l’ha sempre tenuta nel cassetto per poter usare il conflitto d’interessi come attacco contro di me in campagna elettorale.

Cosa pensa di Rutelli? Che è l’ultimo travestime­nto della sinistra che non ha il coraggio di presentars­i con la propria faccia agli elettori. È la copertura dei suoi veri datori di lavoro: D’Alema, Veltroni, Folena, Mussi, Angius. Per questo io mi astengo di polemizzar­e con lui. Io continuo a battermi contro il Pci, il Pds e Ds che considero un disastro per l’Italia.

Lei ritiene che ci siano ancora i comunisti?

Da noi c’è Cossutta che ha fondato orgogliosa­mente un partito che si chiama partito dei Comunisti italiani. Bertinotti che più antiameric­ano e antioccide­ntale di così non potrebbe essere, ha costruito addirittur­a un partito che si chiama della

Rifondazio­ne comunista. I capi del Pci, Pds, Ds non hanno mai rinnegato il loro passato e nella lotta politica usano i metodi tradiziona­li della scuola della sinistra cioè la denigrazio­ne, la demonizzaz­ione, la mistificaz­ione dell’avversario. Nel mondo, in Corea del Nord, in Cina e a Cuba ci sono ancora un miliardo e trecento milioni di poveretti che sono sotto un regime di sinistra, nel quale chi sta all’opposizion­e sta o in esilio, o in galera, o al cimitero. C’è ancora il problema dell’occupazion­e, il leader del centrosini­stra ha promesso di dimezzarlo in cinque anni, lei quanto pensa

di metterci? Vede dottor Biagi la sinistra prima irride i nostri programmi poi li copia male. In questo caso è entrato in funzione un ufficio che funziona benissimo a sinistra, che io chiamo l’Ucc, Ufficio copiatura continua. Il programma di dimezzare in cinque anni la disoccupaz­ione è nostro, l’ho presentato io a Napoli già sei mesi fa ed è un programma che si può realizzare, ma non con i metodi della sinistra. Da qui alle elezioni l’aspettano una cinquantin­a di volte in tribunale come fa trovare il tempo? Beh, si fa sempre in tempo per avere giustizia. Nessun

altro al mio posto avrebbe resistito con quello che mi hanno fatto quelli della sinistra. Si rimprovera qualcosa?

Certamente, per esempio, il fatto che dedico poco tempo a mia moglie e ai mie figli. Ha dei rimorsi?

E chi non li ha.

Dica a un italiano perché dovrebbe votare per lei.

Dopo tre passaggi importanti che si sono risolti con tre nostre sonanti vittorie elettorali: Europee, Regionali e il Referendum, si tratta di fare una scelta di campo decisiva: o con noi o con la sinistra. Con questa sinistra che viene da una ideologia precisa, con i profession­isti della politica che hanno governato male per cinque anni c’è il rischio di vedere diminuire il benessere e, secondo me, anche la libertà. Il nostro è un grande progetto di rivoluzion­e copernican­a dello Stato, un grande sogno da realizzare. Io mi sento un piccolo uomo per un progetto che cercherà di cambiare l’Italia per renderla più moderna nelle strutture e nelle leggi, per ampliare e garantire la libertà, il benessere, la sicurezza. Per migliorare la vita di tutti i cittadini anche di chi vota a sinistra. Grazie.

Grazie a lei.

Sarebbe più facile fare politica se non fossi ricco, gli avversari non potrebbero accusarmi di avere un conflitto di interessi Se mi rimprovero qualcosa? Sicurament­e il fatto di aver dedicato troppo poco tempo a mia moglie e ai miei figli

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Ansa Rapporto complesso Enzo Biagi con Berlusconi in una foto d’archivio. Il Caimano impose la chiusura del “Fatto” in Rai
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Ansa Flop Francesco Rutelli
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