Fine legislatura, ultime leggi: fine vita forse, fine vitalizi mai
Spariti dall’agenda dem: niente numeri, è tempo d’elezioni
■Ius soli abbandonato, accantonata la discussione sulla rendita vita natural durante ai parlamentari, solo la discussione sul biotestamento resta in piedi per non compromettere il sostegno di Pd & C. al governo
Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, si è impegnato a mettere la fiducia sulla riforma della cittadinanza detta “ius soli”. Matteo Renzi, segretario del Pd, ha messo agli atti che il biotestamento è una legge importante e che secondo lui ci sono i numeri per approvarla anche senza voto di fiducia. Matteo Richetti, portavoce dem, continua a spendersi per il disegno di legge sui vitalizi da lui stesso presentato fino a ribadire, domenica sera da Massimo Giletti a Non è l’A r en a , che lui si batterà perché passi (notare che parla di sforzo, non di certezza su come andrà a finire: d’altra parte mezzo Pd e oltre gli rema contro).
Di queste tre leggi, l’unica che sembra avere qualche chance, tutta da verificare alla prova dei fatti e dell’agenda parlamentare, è il biotestamento, che negli ultimi giorni nel borsino di Renzi ha superato la legge sulla cittadinanza ai figli degli immigrati.
I PROVVEDIMENTIin questione sono in Senato, ma al momento nessuno di loro è in calendario. Perché il calendario non c’è (e non è chiaro quando ci sarà) esattamente come non c’è la maggioranza parlamentare. Ieri il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, si è lasciato andare a un’affermazione abbastanza greve da essere unanimemente condannata (“più che di una buona morte mi interessa occuparmi di una buona vita”), ma ha avuto anche un’uscita efficace: “Quando smetterà di smanettare su Facebook, Renzi ci dica cosa vuole fare al Senato” (il riferimento è alla guerra alle fake news con cui il segretario del Pd vuol fare campagna elettorale).
A Palazzo Madama, intanto, si sta discutendo la manovra: si aspetta la fiducia, che dovrebbe essere votata domani o dopodomani, dipende dal governo e dalla conferenza dei capigruppo. E il resto dei provvedimenti? Per metterli in calendario serve un’altra capigruppo. Quando sarà? Nessuno lo sa. O meglio, sarà convocata dopo la fiducia sulla legge di bilancio. Quindi, alla fine di questa settimana, o più probabilmente, all’inizio della prossima.
La sequenza è obbligata, ma lo slittamento continuo dei tempi è lo specchio dell’indecisione del governo su cosa fa- re del suo breve futuro. Paolo Gentiloni è ancora in Africa e si stava preparando a far finire la legislatura a cavallo delle prossime feste. Magari anche senza una crisi, ma con una presa d’atto, salendo al Colle a dire che l’esperienza del suo governo era finita. Aveva dato la sua impronta personale alla conclusione dell’esperienza a Palazzo Chigi, esprimendo la sua volontà a lavorare per la legge sulla cittadinanza ai figli degli immigrati. “Se il governo metterà la fiducia, il Pd la voterà”, aveva detto Renzi. Tiepido.
Negli ultimi giorni, la priorità per l’ex premier è diventata la legge sul fine vita: a que- sto tema sono stati dedicati molti interventi alla Leopolda. Eppure, domenica, nel comizio finale, Renzi non ha nominato né questa legge, né lo ius soli. Entrambe sono funzionali alla “coalizione-light” e richieste da Giuliano Pisapia e Emma Bonino. Nessuna delle due è di facile approvazione. E dunque il Pd la prossima set- timana proporrà di mettere in calendario a Palazzo Madama nell’ordine: il nuovo Regolamento del Senato; la legge sugli orfani di femminicidio; il biotestamento.
Se va bene se ne parla a dicembre inoltrato, anche perché per approvare il Regolamento serve un po’di dibattito e la maggioranza assoluta (161 voti). Se ci sarà tempo, comunque, toccherà alla legge sul fine vita: meno “pericolosa” nei sondaggi delle nuove regole sulla cittadinanza.
INSIEMEa quelli del Pd, ci sono i voti – sulla carta – di Mdp, della sinistra, dei 5Stelle e di Ap. Che però, ieri, con Maurizio Lupi, ha messo i suoi paletti: “Non è nel programma del governo, è una legge di iniziativa parlamentare, se ne discuta quindi al Senato, permettendo il dibattito e l’aula si esprimerà. Dal nostro punto di vista ci sono due miglioramenti da fare: uno riguarda il ruolo del medico e della famiglia e l’altro riguarda l’alimen- tazione e l’idratazione che non sono trattamenti medici e non possono essere sospesi”. Passasse la linea Lupi, sarebbe come svuotare la legge.
L’idea del Pd renziano è invece quella di lavorare a un emendamento che tagli tutti gli altri. Anche questa, una soluzione delicata: potrebbe non avere i voti del M5S. Se la legge sulla cittadinanza sembra uscita dai radar, il disegno di legge sui vitalizi è proprio sparito: è in commissione Affari costituzionali e nessuno pare avere fretta di farlo muovere. D’altra parte per il capogruppo Pd Luigi Zanda quel ddl è addirittura incostituzionale...
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