Le mani di B. sui vertici del calcio (e sui diritti tv)
Coppia berlusconiana Vegas in Lega (rischia l’incompatibilità di legge per la guida di Consob) e il senatore forzista Sibilia in Figc
L’Italia si riscopre berlusconiana. E il calcio non fa eccezione. La grande rifondazione dopo la mancata qualificazione ai Mondiali sarà consegnare il pallone a due uomini di Silvio Berlusconi: Giuseppe Vegas, presidente in uscita dalla Consob ed ex viceministro delle Finanze nei governi di B. e Cosimo Sibilia, senatore e colonnello in Campania di Forza Italia. Rispettivamente i prossimi capi della Lega Calcio e della Figc, se tutto andrà secondo i piani.
Ci sarebbe giusto un piccolo ostacolo da superare: Vegas è in odore di incompatibilità. Da controllore delle società quotate in Borsa, non può avere rapporti con le controllate per i prossimi due anni. E fra queste ci sono tre club di Serie A (Lazio, Roma e Juventus), di cui la Lega è espressione.
UNA COSA È CERTA: le elezioni si avvicinano e il pallone sta rotolando verso il centrodestra. Tra tutti i nomi che si potevano trovare per risolvere la crisi della Lega, commissariata da sette mesi, è saltato fuori proprio quello di Giuseppe Vegas: colui che da numero uno della Consob ha vigilato (o meglio, non ha vigilato) sulle banche nel periodo della crisi, tre volte senatore col Popolo della Libertà e Forza Italia, due volte viceministro dell’Economia. Insomma, un fedelissimo di B., che i sondaggi danno in risalita e possibile vincitore alle prossime politiche. “I presidenti della Serie A devono essersi fatti un po’ di calcoli politici”, spiegano nell’ambiente.
L’ascesa di Vegas in via Rossellini, però, è solo il primo pezzo del puzzle. Se la Lega dovesse eleggere i suoi vertici e respingere il tentativo di commissariamento di Giovanni Malagò, il calcio resterebbe libero di scegliersi il suo prossimo capo. E a quel punto il candidato numero uno per sostituire Carlo Tavecchio alla guida della Figc sarebbe Cosimo Sibi- lia: n. 1 della Lega Dilettanti, l’unica funzionante che parte dal 34% dei voti in assemblea, figlio dello storico presidente dell’Avellino. Soprattutto uomo di Forza Italia, senatore uscente e entrante (la sua ricandidatura in un collegio sicuro è certa), vicino a Mara Carfagna e ai vertici del partito.
Con una coppia così, il calcio italiano passerebbe nelle mani di Berlusconi. Lui, del resto, è sempre stato un maestro dell’uso politico del pallone, che muove soldi e porta voti. Vegas, da presidente della Lega, giocherebbe la partita dei diritti tv che vale un miliardo di euro l’anno, insieme a un altro vecchio amico di B., Adriano Galliani, nuovo presidente di Mediaset Premium. Sibilia, invece, controllerebbe il potere in Figc. Il riposizionamento è totale. Basti pensare che pure Leo- nardo Gallitelli, il generale lanciato come possibile candidato premier del centrodestra, già lavora nell’ambiente: in tempi non sospetti (era il 2015) Malagò l’aveva scelto come capo dell’Antidoping, Nado Italia. Il numero uno del Coni, in realtà, tifa per il commissariamento, ma è uomo dalle mille amicizie (fra cui Gianni Letta, avvistato di recente al Foro Italico). Il vero sconfitto sarebbe il Pd: il ministro Luca Lotti ha fatto tanto per deporre Tavecchio, ma rischia di aver contribuito a consegnare il pallone a Forza Italia.
TUTTO, PERÒ, passa dalla nomina di Vegas. Il suo nome è stato proposto dall’ amministratore del Bologna, Claudio Fenucci, Claudio Lotito è d’accordo. Lui, in scadenza alla Consob il 15 dicembre, ha già dato la disponibilità. “Se salta, arriva il commissario”, dicono in Lega per provare a piegare le ultime resistenze. Oggi l’assemblea si riunisce per trovare l’accordo, ma c’è un problema: Vegas, l’uomo della provvidenza, potrebbe non essere compatibile. La legge stabilisce che il presidente della Consob “nei due anni successivi alla cessazione dell’incarico non può intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti con i soggetti regolati, né con società controllate da questi ultimi”. La Lega Calcio, che è un’associazione privatistica tra i club di Serie A (di cui tre quotati in Borsa), non rientra in questa casistica? C’è il rischio di un bel conflitto d’interessi. Proprio come ai vecchi tempi di B.
Partita decisiva Dall’altra parte del campo, per cercare di rianimare Mediaset Premium, tocca a Galliani