MORALE, POLITICA E L’EUGENIO MAGNO
L’ETICA, diceva il cantautore, è una vittima incosciente della storia. Oggi, grazie a Eugenio “Io” Scalfari, sappiamo che lo è anche la morale (oddio, magari vittima pure delle cose studiacchiate male e capite peggio parecchi decenni fa). Il giornalista ieri è infatti tornato sul luogo del delitto, cioè a DiMartedì di Giovanni Floris su La7, per ribadire che lui tra Di Maio e Berlusconi sceglierebbe il secondo: scelta legittima, anche se un po’ stridente, diciamo così, con la pubblicistica scalfariana degli ultimi tre decenni. E come spiega la sua scelta Scalfari? Così: “La politica è una cosa diversa dalla morale. La politica non è un fatto morale, è un fatto di governabilità, questa è la politica. Non lo dico io, l’ha detto Aristotele e prima ancora di Aristotele l’ha detto Platone. Per Platone quelli che facevano la politica di una città, di un Paese erano i filosofi, che cosa poi i fi- losofi fossero moralmente era un problema che né Platone né Aristotele prendevano in considerazione. Aristotele fu insegnante della politica sapete di chi? Di Alessandro Magno. Il quale Alessandro Magno della morale se ne fotteva nel più totale dei modi”. Signori, l’ha detto Platone e l’ha detto pure Aristotele: evidentemente l’hanno detto a Scalfari, che – per giusto senso delle proporzioni – vorremmo definire Eugenio Magnissimo, che se ne fotte ancora di più del Macedone.