Ohibò, Pif ha perso la “memoria” sulla Leopolda
Ora che Renzi conta di meno, se ne va a un festival in Galles, ma in passato...
Caro Marziano, conosci Pierfrancesco Diliberto? Massì che lo conosci: quello “in arte Pif”. Simpatico, intelligente, impegnato nella lotta alla mafia e in battaglie sociali, ex Iena, ora regista pluripremiato e maître a penser del nostro piccolo, disgraziato Paese. Suvvia, ci hai avuto a che fare di recente…
NEL WEEKEND c’è stata l’ottava edizione di una kermesse politica importante: la Leopolda. O meglio, era importante fino all’anno scorso, quando l’animatore Matteo Renzi era premier e si faceva a gara per andarci (sai com’è, chi ci è passato, di riffa o di raffa, ha ottenuto qualcosa…). Quest’anno, invece, Renzi è in disgrazia: non più premier, dopo la disfatta al referendum, e “solo” segretario di un partito, il Pd, che non sa più che pesci far abboccare. Una Leopolda, insomma, in cui “mi si nota di più se non vado”. E qui arriva Pif: ora ricordi chi è? Ha fatto tanto scalpore la sua assenza a Firenze – era habitué della convention renziana – da meritare un’intervista sul primo quotidiano nazionale: “Il regista palermitano che nel 2013 sembrò credere alla rivoluzione e rottamazione di Renzi è in Galles a un Festival del Cinema”.
Ohibò, preferisce la brughiera alla star di Rignano? “Gli anni passano, il contesto pure”, rivela il cineasta, “era interessante esserci in quel momento perché vedevo una possibilità di intesa fra Renzi e Grillo”, “i ngen uame nte speravo non dico in un binomio, ma in qualche affinità”. Un attimo di inevitabile tenerezza per l’ingenuo Pif, poi il dubbio: davvero “s embr ò” credere in Renzi, andò alla Leopolda solo nel 2013 e sperò in un’ “affinità” con Grillo? Le cose, caro Marziano, stanno un po’ diversamente. In realtà alla rottamazione dell’allora sindaco di Firenze credette eccome dal 2010, quando gli dedicò – insieme a Giorgia Meloni – un’intera puntata de Il Testimone. L’anno dopo da Testimone divenne testimonial sul palco della Leopolda “Big bang” e di nuovo nel 2012 e ancora nel
2013, con l’ intervento più celebre e bello, quello del “ma come minchia fa il Pd ad avere uno come Crisafulli? Il partito democratico indirettamente era il partito di
Pio La Torre!”. Applausi. Bisogna ammetterlo: Pif saliva su quel palco, ma certo non risparmiava critiche (giuste) al Pd, anche se in quel caso l’interlocutore polemico non era Renzi, bensì la B indi, eletta all’ Antimafia “senza sapere nulla di mafia” e il segretario Epifani che Crisafulli doveva “cacciarlo a calci nel sedere”. Ma anche a Renzi non le ha mandate adire :“Quandolo vedo con Verdini mi vengono i brividi ”, diceva all’ uscita della Leopolda 2014 (ah, quindi c’è stato anche nel 2014!), con Matteo ormai a capo del Pd e di un governo che annoverava tra i suoi ministri l’altro “amato” Alfano. E l’ alleanza con Grillo, in cui sperava nel 2013? Per la verità, a Otto e mezzo il 7.12.2013 così vaticinò: “Il mio sogno è Renzi presidente del Consiglio e i grillini all’opposizione, a controllare quello che fa Renzi”, che non è esattamente un sodalizio, anzi. Però almeno ci ha preso.
Bella evoluzione quella del leopoldino Pif, no caro Marziano? Peraltro parallela alla sua crescita professionale: che sia ormai troppo in alto per il mortale Renzi? Ora che hai capito chi è, gli dici che il marziano sei tu e non noi?
Grazie.
Gli dedicò una puntata tv. Dopo da ‘Testimone’ divenne testimonial sul palco di Firenze