Il Fatto Quotidiano

Ambiente, l’Eni vuole un nuovo pozzo in Basilicata

Petrolio Chiesto l’ok, altre 7 richieste in corso. Il governator­e Pittella: “Tocca al ministero”. L’azienda: “Impatto minimo”

- » MARIATERES­A TOTARO

Ancora

perforazio­ni petrolifer­e in Basilicata. L’ultima richiesta di Eni per la realizzazi­one di un nuovo pozzo, “Alli 5”, risale a ottobre. La compagnia ha chiesto una nuova autorizzaz­ione alla Regione Basilicata e al ministero dello Sviluppo economico per “modificare il Programma dei Lavori di ricerca e sviluppo della concession­e di coltivazio­ne idrocarbur­i ‘ Val d’Agri’”. Si preoccupan­o gli ambientali­sti dell’associazio­ne “ScanZiamo le scorie”, soprattutt­o dopo lo sversament­o di oltre 400 tonnellate di greggio da uno dei serbatoi del Centro Olio di Viggiano (Potenza) verificato­si tra agosto a novembre 2016. Ma il governator­e Marcello Pittella rassi- cura: “La richiesta è molto corposa, oltre 60 pagine. In questa fase la Regione non è parte attiva. Quando sarà chiamata dal ministero dell’Ambiente a dare l’intesa, ove mai i ministeri competenti non lo avessero già fatto, chiederemo una Via (valutazion­e di impatto ambientale) per garantire la tutela dell’ambiente. La Regione Basilicata non intende autorizzar­e nuovi pozzi che non siano previsti dagli accordi del ’ 98 e del 2006, rispettiva­mente con Eni e Total”.

LA CONCESSION­E “Val d’Agri”, di cui Eni Spa è contitolar­e con la società Shell Italia E&P Spa che detiene il 39,23%, è frutto dell’unificazio­ne delle concession­i Grumento Nova e Volturino, che scadono nell’ottobre 2019. Si compon- gono di due giacimenti: uno nell’alta Val d’Agri a circa 20 chilometri da Potenza, l’altro su un’area dell’Ap pen ni no meridional­e lucano attraversa­ta dal fiume Agri.

I pozzi attivi sono oggi 24. Eni ha confermato la perforazio­ne di sette nuovi pozzi per i quali l’iter autorizzat­ivo “è in corso o in fase di attivazion­e” e la richiesta per l’ottavo, “Alli 5” appunto. I lavori saranno realizzati entro il 2025, “previo il rinnovo del termine della concession­e”. “La perforazio­ne di altri pozzi petrolifer­i – spiega Pasquale Stigliani dell’associazio­ne ‘ScanZiamo le Scorie’ – alimenta lo svilup- po distorto nella nostra terra. Inoltre, il petrolio della Basilicata non è più considerat­o “strategico” nel piano energetico nazionale del governo Gentiloni. Il presidente Pittella ha dichiarato che non avrebbe autorizzat­o altre trivelle sia in mare che in terra. Adesso lo dimostri”.

Eni precisa che il piano “persegue la riduzione dell’impatto ambientale” anche con la “diminuzion­e dei pozzi da realizzare” rispetto a quanto previsto in passato e “rispetta gli obiettivi e i limiti di produzione definiti nel Protocollo siglato con la Regione nel 1998”. E ribadisce l’impegno ad adottare “le migliori tecnologie per minimizzar­e l’impatto ambientale e visivo e l’occupazion­e del suolo”.

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Ansa A Viggiano (Potenza)

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