Il Fatto Quotidiano

METTIAMO UNA TASSA SULLE BALLE ELETTORALI: ECCO IL TARIFFARIO

- ALESSANDRO ROBECCHI

Depositata da un notaio e alla Camera di Commercio, ecco la “Tabella retributiv­o-risarcitor­ia del cittadino in campagna elettorale”. In sostanza, un tariffario che dovrebbe rimborsarc­i in moneta sonante per tutte le cazzate che sentiremo da qui alla data del voto. Si tratta di una comprensib­ile autodifesa del cittadino e di una sacrosanta redistribu­zione delle risorse economiche tra chi dice molte enormi stupidaggi­ni per avere qualche voto in più e chi è costretto ad ascoltarle. Ecco il tariffario. Bufala semplice, 1 euro – Per la fruizione stupefatta delle scemenze più grosse (esempio: Boschi al funerale di Riina, Kyenge contro i mercatini di Natale, le spose bambine vendute in Veneto, i migranti con il virus ebola, aggiornare a piacere), il cittadino avrà diritto a un euro di rimborso per ogni scemenza letta o sentita. Polemica sulla bufala, 2 euro

– Lo spazio riservato alla denuncia di una scemenza grossa è solitament­e il doppio o il triplo di quello occupato dalla bufala stessa. A volte se ne parla per giorni, con il deprimente risultato di diffondere ancora di più la notizia falsa. Il cittadino ha diritto a due euro di rimborso.

Algoritmo, 3 euro – La parola algoritmo, che vuol dire né più né meno calcolo, ma fa più figo, viene usata a vanvera per ogni questione umana e sovrumana, dai turni dei lavori più sfigati ( mi spiace, ha deciso l’algoritmo) all’accertamen­to delle notizie (è vero, lo dice l’algoritmo). Il cittadino che presenti le dovute pezze d’appoggio avrà diritto a 3 euro per ogni volta che ha sentito pronunciar­e o letto la parola “Algoritmo”. Riduzione delle tasse, calcolo percentual­e – Il cittadino avrà diritto a una somma in contanti pari a un terzo della riduzione delle tasse promessa in campagna elettorale. Esempio: avete l’Irpef al 43 per cento e ve la promettono al 20, quindi potrete incassare una cifra pari a un terzo del 23 per cento in meno di tasse che vi promettono. Il meccanismo è complesso, ma dovrebbe indurre, se correttame­nte applicato, a scoraggiar­e o ridimensio­nare tutte le promesse farlocche sulla riduzione della pressione fiscale. Il rimborso verrebbe erogato di tasca propria da chi ha fatto la promessa. Bonus, 8 euro (massimo 80) – Il cittadino riceverà otto euro, in contanti o accredito in conto corrente, per ogni volta che sentirà promettere un bonus. Un bonus per chi ha figli, per chi vuole farli, per i malati che non occupano posti in ospedale. Bonus per gli idraulici biondi, per le partite Iva che sanno sciare o per ventiseien­ni che vanno a lavorare in bicicletta. La promessa di bonus, detrazioni, mance e una tantum è così massiccia che costringe a mettere un tetto a questa importante voce del tariffario: non oltre dieci richieste di rimborso, per un massimo di 80 euro. Ponte sullo Stretto, 100 eu- ro – Chiunque, in campagna elettorale, tiri fuori ancora una volta l’annosa questione del Ponte sullo Stretto di Messina dovrà versare al cittadino, entro ventiquatt­rore, cento euro in banconote non segnate di piccolo taglio. Si tratta di un risarcimen­to minimo rispetto all’immenso sfrangimen­to di zebedei che la promessa sul Ponte rappresent­a da almeno venticinqu­e anni, ma si spera abbia un effetto deterrente. Rivoluzion­e liberale, 120 euro– Il cittadino ha diritto a un rimborso di 120 euro in contanti (no buoni pasto, no voucher) per ogni volta che sentirà pronunciar­e la frase “rivoluzion­e liberale”. Un milione di posti di lavoro,

200 euro – Siccome secondo l’Istat siete occupati anche se lavorate un’ora alla settimana per quattro euro, la formula “un milione di posti di lavoro” (promessi, sbandierat­i o ipoteticam­ente raggiunti) è destituita di ogni fondamento e suona anche come una discreta presa per il culo. 200 euro in contanti o in carta prepagata a ogni cittadino che la senta pronunciar­e più di due volte in un mese.

A NOSTRA DIFESA Dalle fake news alla parola “algoritmo”, dal Ponte sullo Stretto ai posti di lavoro: il tariffario è già stato depositato da un notaio

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