Il neocavaliere inquisito imbarazza il Quirinale
Guida una multinazionale, l’inchiesta dev’essere sfuggita al ministero dell’Industria
La cerimonia è solenne, come da tradizione. Al Quirinale, giovedì scorso, il presidente Sergio Mattarella ha nominato 25 nuovi Cavalieri del Lavoro. La stretta di mano del Capo dello Stato è arrivata anche a Luigi De Rosa, imprenditore di Battipaglia (Salerno) e presidente del gruppo Smet, leader nella logistica integrata e nel trasporto intermodale.
DON GINO, così lo chiamano a Salerno, ha proseguito l’attività del padre Domenico, nata nel 1955 come una piccola ditta di trasporto merci, per poi potenziarla e farla diventare uno dei maggiori player europei nel settore con nove sedi in Italia e oltre venti in Europa, un parco veicolare di 2.500 unità e più di mille dipendenti. Chi co- nosce don Gino De Rosa sa che questa onorificenza la aspettava da anni. “Qui è rappresentata la capacità dell’Italia di affrontare con successo la competizione internazionale e di affermarsi sui mercati globali – ha detto nel suo intervento al Quirinale Antonio D’Amato, presidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, ex numero uno di Confindustria e padrino di cresima di uno dei figli di don Gino –. È rappresentato un modello di Italia positivo e fattivo di cui siamo orgogliosi, perché fa onore al nostro Paese e lo rende grande”.
Da un mese però il nome di Luigi De Rosa compare in un fascicolo della Procura di Salerno che sta indagando su un appalto di trasporto rifiuti aggiudicato nel 2011 dalla Ecoambiente (società partecipata della Provincia di Salerno) a un’A sso cia zio ne temporanea di imprese (Ati) formata dalla Smet Logistics Srl e dalla De Vizia Transfer Spa, azienda quest’ultima di Avellino (ma con sede legale a Torino), già implicata in varie inchieste della Procura di Latina nella gestione del trasporto dei rifiuti a Gaeta e Ponza e coinvolta nel processo “Chernobyl” a Salerno con le accuse di disastro ambientale e smaltimento illecito di 980.000 tonnellate di rifiuti tra le province di Salerno e Foggia.
DA ANNI il gruppo Smet ha avviato un processo di internalizzazione nel settore automotive, glass, industrial, food & beverage, ma anche chimico, costruzioni, legnami meccanica ed elettromeccanica. Senz’altro si è occupato meno di rifiuti. Tuttavia Luigi De Rosa, in qualità di socio della Smet Spa e benché privo di cariche nella società inquisita, risul- ta indagato per peculato, turbativa d’asta, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e frode nelle pubbliche forniture insieme a Vincenzo De Vizia. Il pm di Salerno, Silvio Marco Borriello, li accusa di essersi aggiudicati una gara che doveva essere assegnata a un’altra ditta
(che offriva condizioni più vantaggiose), di aver incassato “i ndeb itam ente”, in sei anni di gestione del servizio di trasporto rifiuti dello Stir di Battipaglia, 23 milioni di euro e di essersi fatta pagare il doppio dei “prezzi di mercato” per l’impegno di apportare migliorie all’impianto di Battipaglia “che – secondo la Pro- cura – mancano”. Nell’avviso di garanzia la Smet Logistics Srl compare come mandante dell’Ati. Mandataria, quindi unica ditta autorizzata a trattare con la pubblica amministrazione, era la De Vizia.
Gli avvisi di garanzia notificati a De Rosa e ai coindagati sono del mese scorso, non è chiaro se fosse indagato il 2 giugno quando il Quirinale ha nominato i nuovi Cavalieri del Lavoro in vista della consegna delle onorificenze di giovedì scorso. Se lo era non se n’è accorto nessuno al ministero dell’Industria al quale compete l’istruttoria preliminare.
L’accusa Turbativa d’asta e peculato su un appalto da 26 milioni per i rifiuti a Salerno. Con un partner discusso