Lavoro L’emergenza età pensionabile non esiste. Eccetto che per i sindacati
Quante battaglie sostenute dal Fatto Quotidiano a favore dei più deboli e onesti, contro le lobby e i mascalzoni, contro le ingiustizie e le porcate! Il Fatto Quotidiano è stato il primo a scrivere delle vicende di Milena Gabanelli boicottata dalla Rai. Per giorni siete stati i soli a seguire il caso mentre i giornaloni vigliaccamente tacevano. Già, allora, feci la riflessione che anche il Corriere della Sera, con cui collaborava la Gabanelli, se ne stava zitto. Ebbene, devo confessare che ci sono rimasta male ad apprendere che s’è accordata con Cairo per il Corriere e La7. Speravo in cuor mio che venisse al Fatto Quotidiano in cui avrebbe trovato la libertà che le avevano negato alla Rai. Purtroppo, la Gabanelli, che resta una grande giornalista, ha preferito il Corriere e non so se troverà la libertà e gli spazi che ha detto di cercare. Mi ha fortemente deluso. Una annotazione sulla vostra magnifica redazione: Giorgio Meletti è diventato una colonna portante e ora che scrive di più apprezzo la bella prosa di Andrea Scanzi. Un augurio di cuore al Fatto Quotidiano: tantissima pubblicità. Cara Milena, l’altra Milena ha fatto la sua scelta, che io rispetto. Ma sa bene, per averne parlato con noi, che – se e quando vorrà – potrà sempre contare sulla nostra totale ospitalità. Anche se volesse venire a fare il direttore del Fatto al posto mio. LEGGO IL FATTO QUOTIDIANO dal primo numero. Approvo e seguo con piacere la vostra linea editoriale. Noto, tuttavia, che mentre insistete giustamente sui temi della corruzione (un costo inaccettabile per i cittadini), a volte venite meno, sia per la cronaca che per il commento (a parte l’inserto del mercoledì) sulle vicende economiche-sindacali. Qualche giorno fa in prima pagina non era neppure richiamata la vicenda pensioni-lavoro che ha visto i sindacati spaccarsi rispetto alla proposta governativa. Mi piacerebbe che ci fosse da parte del Fatto una maggiore attenzione verso le tematiche del lavoro e della previdenza e sulla "fatica" sociale di tanta gente. CARO VINCENZO, lo spazio nelle pagine è poco e ci impone sempre scelte. Di lavoro ci siamo occupati tanto e ce ne occuperemo, non soltanto di quello che rispetta le parole d’ordine di una sinistra conservatrice (fabbriche, articolo 18, salario) ma anche di quello irregolare, iperprecario e sottopagato che non ha neppure la dignità di una rappresentanza. Sulle pensioni: la trattativa col governo riguarda 14.600 persone che fanno lavori usuranti e che nel 2019 potranno andare in pensione cinque mesi prima, la norma è poi stata resa strutturale e si applicherà ad altri pensionandi negli anni a venire. Notizia fondamentale? Riguarda una minoranza molto ristretta ed è soltanto l’ennesimo segnale che in Italia si fanno le regole (la riforma Fornero) e poi subito le eccezioni. Se ne parla tanto perché i sindacati vogliono dare l’idea di potersi ancora sedere ai “tavoli” e dettare l’agenda al governo mentre i partiti ci tengono a dare segnali di attenzione agli italiani più anziani, tra i pochi che ancora comprano i giornali, guardano i tg e andranno a votare in massa nel 2018.
In Italia, ha ricordato il presidente dell’Inps Tito Boeri, non c’è alcuna emergenza pensioni, nonostante la legge Fornero: l’età media effettiva delle pensioni, tenendo conto di tutte le deroghe e sconti disponibili, è di 62 anni (dato 2014), non quel 67 teorico che i sindacati contestano. Dover lavorare qualche mese o anno in più a oltre sessant’anni può essere molto pesante, specie per chi ha mansioni fisiche. Maguadagnare 500 euro al mese a 30 anni con un contratto di stage o una partita Iva è altrettanto angosciante, anche se la politica sembra preoccuparsene molto meno.