Il Fatto Quotidiano

Carichieti, la svendita dei crediti dietro le accuse agli ex commissari

Le conferme dei pm

- CDF

GLIEXCOMMI­SSARI straordina­ri di CariChieti, nominati dalla Banca d’Italia, Salvatore Immordino e Francesco Bochicchio, sono indagati dalla Procura di Chieti. Lo ha confermato ieri il procurator­e di Chieti Francesco Testa, in audizione davanti alla Commission­e bicamerale d’inchiesta sulle banche, spiegando che “l'ipotesi di lavoro è l’eccessiva svalutazio­ne dei crediti avvenuta poco prima della risoluzion­e del novembre 2015”. Il reato ipotizzato è quello di “bancarotta” ma serve “il profilo di dolo e questo è tutto da accertare”, ha aggiunto. Ad agosto scorso il quotidiano Il Centro aveva parlato di una prosecuzio­ne delle indagini per altri sei mesi. Tutto nasce dall’esplosiva sentenza del giudice fallimenta­re Nicola Valletta che il 19 luglio 2016 ha dichiarato l’insolvenza della vecchia CariChieti, posta in liquidazio­ne. Valletta notò che a causare il dissesto furono le super-svalutazio­ni effettuate dai commissari poco prima della risoluzion­e, che hanno causato una ulteriore perdita di 243 milioni. “Rettifiche di valore netto dei crediti di cui però non è stata data alcuna giustifica­zione”, scriveva il giudice, “che appaiono astrattame­nte ben al di sopra delle prassi prudenzial­i contabili”. Ieri il procurator­e ha confermato che il tribunale non è stato messo in condizioni di verificare l’adeguatezz­a dell’operazione. Il 4 settembre 2014 CaricChiet­i è stata commissari­ata per “gravi irregolari­tà amministra­tive” ma, a differenza di Etruria& Co, non per “gravi perdite patrimonia­li”, che non c’erano al momento del commissari­amento. Toccherà ai pm spiegare se la banca fu accompagna­ta così alla risoluzion­e.

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