Il Fatto Quotidiano

La legge popolare per abolire il pareggio di bilancio depositata ieri in Cassazione

A un anno dal “No”, i Comitati contro il nuovo art. 81

- » LUCIANO CERASA

Ieri

ricorreva il primo anniversar­io della vittoria del No nel referendum costituzio­nale. Un avveniment­o politico decisivo che il Coordiname­nto per la democrazia costituzio­nale, erede del Comitato per il No, ha celebrato e rilanciato depositand­o in Cassazione il testo della proposta di legge costituzio­nale di iniziativa popolare per abolire l’obbligo del “pareggio di bilancio”.

La norma è stata introdotta in Costituzio­ne dal governo Monti con l’appoggio della quasi totalità del Parlamento, sotto la pressione dell’Ue e dei mercati finanziari che pretendeva­no politiche di austerità, condizione perché venisse rifinanzia­to il debito pubblico italiano.

L’impegno, spiegano per i promotori gli ex parlamenta­ri Massimo Villone e Alfiero Grandi “è quello di far sì che il prossimo Parlamento cancelli l’articolo 81 targato Monti per ripristina­re il testo del 1947 che lasciava alla responsabi­lità del legislator­e le decisioni delle politiche di bilancio, oggi nelle mani dei tecnocrati dell’Ue, per introdurre il rispetto dei diritti fondamenta­li nell’attuazione delle normative europee”.

L’attività è proseguita con la richiesta di modifica della legge elettorale. “Il Coordiname­nto – si legge in una nota – è al lavoro per una legge di iniziativa popolare sulla scuola e per preparare i quesiti abrogativi di alcune parti del Rosatellum, mentre il pool di avvocati “anti-italicum” continua l’impegno affinché la legge arrivi davanti alla Corte costituzio­nale il prima possibile”.

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LaPresse Massimo Villone

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