Intercettazioni, l’attacco di Casson: “Il governo ha aggirato la Costituzione”
Senatore non salva nulla del decreto di Orlando
Dal
generale al particolare il relatore Felice Casson, di Liberi e Uguali, ieri non ha salvato nulla del decreto legislativo sulle intercettazioni firmato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando e approdato in commissione Giustizia del Senato per un parere obbligatorio, non vincolante ma politicamente imbarazzante.
PRIMA DI TUTTO Casson ha voluto fare una considerazione generale che chiama in causa la Costituzione: quando l’anno scorso fu votato il maxi-emendamento con la delega al ministro in materia di intercettazioni, spiega, “il governo ha posto la fiducia due volte. L’esecutivo, che dovrebbe essere il legislatore delegato, in sostanza si è fatto la delega, aggirando così la Costituzione, per di più in ma- teria di diritti inviolabili ”. Veniamo ai particolari: il decreto legislativo prevede una cernita delle intercettazioni da parte della polizia giudiziaria che può trascrivere per il pm solo quelle ritenute rilevanti per l’indagine in corso.
Delle altre segna data e ora e gli audio saranno custoditi in un archivio segreto sotto la responsabilità del pm. Ma in questo modo, osserva Casson, d’accordo con molti procuratori, si carica la pg di una responsabilità enorme, senza contare i rischi di abusi. Inoltre, senza i brogliacci (un riassunto delle intercettazioni) per i pm diventa quasi impossibile rivedere il materiale acquisito e valutarlo più volte alla luce degli sviluppi di indagine. Questi paletti limitano anche l’esercizio di difesa: solo i grandi avvocati, e con fatica, possono mandare collaboratori ad ascoltare ore di audio. Casson si è soffermato pure sulla libertà di stampa legata al diritto dei cittadini di sapere. La delega conteneva un’indicazione “disattesa da Orlando”: prevedere norme a tutela dei giornalisti che pubblicano anche materiale riservato ma di in- dubbio interesse pubblico. Dunque, “il rischio carcere” per i cronisti “continua a permanere” e l’Italia potrebbe subire una condanna della Cedu di Strasburgo.
DOPO CASSON, passato ad Mdp, oggi parlerà l’altro relatore, Giuseppe Cucca, rimasto nel Pd e si potrebbe anche votare. I Dem devono approvare il provvedimento senza se e senza ma, essendo del governo, anche se qualcuno vorrebbe recepire i suggerimenti dei procuratori, il centrodestra vorrebbe una normativa più stringente contro i giornalisti ma non butta aria di barricate. Gli unici del tutto critici sono M5S e i neo Liberi e Uguali.