CASAPOUND, FIUGGI DEL TERZO MILLENNIO
NON TUTTI i camerati vengono col buco. Nella galassia dell’estrema destra italiana s’è consumato uno strappo doloroso. I fascisti del terzo millennio di Casa Pound prendono sdegnosamente le distanze dai cugini di Forza Nuova, dei quali non condividono i metodi maneschi e le argomentazioni assai più rozze e arretrate. La faticosa corsa allo sdoganamento della nuova Casa Pound quasi democratica – quella del volto televisivo Simone Di Stefano, che miete percentuali dignitose tra Bolzano, Lucca e Ostia – si è spinta fino al punto di non ritorno. Ce lo fa sapere lo stesso Di Stefano, con lessico da azzimato democratico: “I blitz sotto i giornali sono inopportuni, perché danno l’idea che si voglia chiudere la bocca a qualcuno”. Giammai. “Se vogliamo contrastare un’informazione a senso unico – ag- giunge lo spregiudicato leader dei (ex?) neofascisti – lo facciamo confrontandoci liberamente col giornalismo, come abbiamo fatto invitando Mentana, Formigli e altri”. La svolta è completa, quindi. Prima il motto era “nel dubbio mena”, ora nel dubbio non bisogna menare più, ma invitare giornalisti, invadere i talk show, sorridere rassicuranti. È un attimo che si passa dai bomberini ai vestiti sartoriali; dalle occupazioni abitative alle case a Montecarlo.