Il Natale a Betlemme a colpi di lacrimogeni
Ambasciata Usa a Gerusalemme: 4 morti e 80 feriti Abu Mazen non vuole vedere il vice presidente americano, Pence
Come era prevedibile Hamas ha ricominciato a lanciare missili su Israele. E, come previsto, Israele ha risposto bombardando alcune basi missilistiche del Movimento islamico, che guida con pugno di ferro dal 2007 la Striscia di Gaza. Il bilancio degli scontri ieri in Cisgiordania per le proteste derivate dalla decisione della Casa Bianca di spostare l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, sono di 4 morti e 80 feriti.
IL VERO MOTIVO dietro la chiamata all'Intifada da parte di Hamas, non è tuttavia riguadagnare la popolarità perduta tra i palestinesi della Striscia di Gaza, piuttosto aumentarla tra i giovani della Cisgiordania. Perché, dal punto di vista di Ismail Haniyeh - leader del Movimento islamico integralista palestinese - questi non hanno ancora reagito in massa alla controversa scelta di The Donald di includere di fatto anche la zona orientale della Città Santa nei confini dello stato israeliano. Questa zona è stata assegnata dalle risoluzioni dell'Onu a svolgere la funzione di capitale di un eventuale stato palestinese, se e mai nascerà.
Ma difficilmente Hamas riuscirà con i razzi e un'eventuale nuova Intifada a giovare alla causa palestinese. L'estremismo a orologeria arabo è stato da sempre una catastrofe proprio per i pale- stinesi. Da tre giorni in Cisgiordania ci sono scontri tra palestinesi e le forze di sicurezza israliane.
Betlemme, Ramallah, Hebron e Gerusalemme est sono state le città dove ieri si sono verificati gli scontri più gravi. In Cisgiordania e a Gerusalemme est (dove è stata bloccata con barricate e una fitta sassaiola la centrale via Salah al Din con 4 agenti colpiti) i feriti palestinesi sono stati, secondo dati della Mezzaluna Rossa, 60: 13 di questi sono stati colpiti da proiettili veri o rivestiti di gomma, 36 sono stati intossicati da gas lacrimogeni. Secondo dati dell’esercito, i punti di conflitto in Cisgiordania e Gaza sono stati almeno 20, con “circa 600 manifestanti palestinesi”.
Nella Striscia i feriti sono stati venti, per lo più dimostranti colpiti a ridosso dei reticolati di confine.
Ma a preoccupare le cancellerie di tutto il mondo, compresa quella della superpotenza cinese che ha fatto annullare un incontro di suoi tecnici con un comitato israeliano, è il fatto che tutti i musulmani del mondo sono sul piede di guerra.
MANIFESTAZIONI di protesta sono in corso dall'Indonesia al Pakistan (potenza nucleare), all'India e se ne sarebbe registrata una anche in Cina, nello Xinjiang, la regione autonoma abitata da una popolazione autoctona turcofona, gli uiguri, di fede islamica. Anche l'Italia si è dichiarata contraria al riconoscimento di Gerusalemme tutta come capitale di Israele. Roma non ha ancora discusso come e quando riconoscere lo stato palestinese dopo il voto favorevole di 138 Nazioni all'As- semblea generale dell'Onu del 2012. Fu una vittoria del presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, che non vuole incontrare il vice presidente statunitense, Pence, alla fine del mese durante la sua visita in Israele. Proprio in Israele ci sono state manifestazioni di protesta: a Tel Aviv una marcia contro episodi di corruzione in cui esponenti del governo di Benyamin Netanyahu, fra cui lo stesso premier, si sono trovati sotto inchiesta. “Corrotti, siamo stufi di voi” si leggeva sui cartelli mentre la folla sfilava nel Boulevard Rothschild.
Proteste in Israele Il premier Netanyahu e esponenti del governo contestati anche in casa per casi di corruzione Continuare il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza comporterà una dura reazione da parte dell’esercito
GENERALE YOAV POLI MORDECHAI