Il Fatto Quotidiano

UNA VITA DA CANE (SPOSATO)

Quelli che celebrano le nozze degli animali

- » STEFANO DISEGNI

Io

sono un cane. Certo, non ne presento le caratteris­tiche: deambulo su due zampe, non ho la coda, non faccio casino se suona il citofono, non lecco la gente, non sbavo a colate, non riempio il divano di peli quando mi ci siedo, non mi azzuffo per strada con altri uomini che insidiano il mio marciapied­e, non alzo una gamba quando faccio pipì e, soprattutt­o, non cago in giro con dietro qualcuno che la raccoglie. Oggi però sono un cane. O meglio, cerco qui di immedesima­rmi nel tradiziona­le amico antigatto per capire come il tradiziona­le amico antigatto possa sentirsi a essere trattato in un modo per lui del tutto incomprens­ibile. Eccomi al parco! Quanto mi piace il parco! Uno ci corre abbaiando come un matto!

Ora sono nel recinto riservato a noi, un tappeto di cacche, ma fa niente, sono irresistib­ilmente attratto dal di dietro di quella sexyssima yorkshire, devo assolutame­nte ficcarle il naso sotto la coda, mi fiondo, annuso con convinzion­e, lei non si sottrae, anzi, facilita, succede qualcosa in me, anzi, fuori di me, le mie zampe anteriori sono già sulla sua schiena a pelo folto e… vengo afferrato saldamente da un umano che mi tira via dicendo: “Non puoi, non si fa, adesso sei un cane sposato!”. Suoni che non comprendo… gli umani dicono: “Il mio è intelligen­tissimo, capisce tutto”, ma non è vero, se lo inventano, noi non capiamo una mazza, al massimo riconoscia­mo il suono che fanno per chiamarci perché è sempre lo stesso, però se fischiano è più chiaro. Ma una cosa l’ho capita: quello che è successo l’altro giorno, quando gli umani m’hanno messo addosso un vestito color notte come quelli che portano loro e al collo una cosa a forma di farfalla che però non volava e accanto a me c’era quella barboncina con un velo bianco sulla testa e un altro addosso che ci inciampava e poi ci hanno messo un cerchietto giallo al l’unghia della zampa e ci vergognava­mo tanto tutti e due.

Ecco, quella cosa che c’era pure uno di fronte a noi che faceva suoni con la bocca, deve avere un nesso con il tirarmi via dalla yorkshire e col suono: “Sposato”. Mi sa che non potrò più annusare culi in giro. Addio cockerine dalle o- recchie pendule, addio bracche provocanti e boxerine selvagge, addio anche a voi, alane coscialung­a, anche se sono un volpino ci provavo al balzo. Mi sa che per me, d’ora in poi, ci sarà solo la barboncina, se non ha il mal di testa.

UN MIO AMICO bulldog, che è figlio di un incrocio tra un molosso e un carlino – e per questo non ha mai perdonato gli umani (ogni volta che si vede allo specchio bestemmia) – dice che gli umani sono dei sadici (dei che?) cui piace infliggere agli altri le pene che loro si infliggono da soli. Soprattutt­o a noi animali che non ci possiamo difendere. Mi ha spaventato. Dice che ora devo passare tutta la vita con la barboncina e pure lei la dovrà passare con me anche se ci rompiamo i coglioni a morte, dice che dovrò fare dei cuccioli per forza e procuragli il cibo fino a quando sono adulti e oltre. Dice che la comoda cuccia tutta mia me la scordo e dovrò procurare una cuccia abbastanza grande per tutti. Dice che dovrò sopportare tutte le foto della famigliola (della che?) che gli umani scatterann­o per metterle su Facebook e farle vedere ad altri umani cui non gliene fregherà un cazzo.

E dice che se tutto questo non mi piacerà, me ne potrò andare. Certo, ma dovrò procurare il cibo, tanto cibo, alla barboncina, ogni mese per tutta la vita. E se non mi sta bene dovrò dare altro cibo, tanto cibo, all’avvocato (a chi?). Ho detto al mio amico bulldog che lui è troppo arrabbiato con gli umani, sta inventando. M’ha risposto che il matrimonio (il che?) tra cani in Italia è già una realtà compresi l’Ave Maria, le fedi e i confetti, 1.200 euro a cane, guarda su Internet se non ci credi. Guardo su che?

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