La linea Mattarella: senza maggioranza nuovo voto
Dallo scioglimento del 28 al discorso di fine anno contro l’astensionismo
Aun osservatore confuso e superficiale, lo spi n d el Colle su un Gentiloni a tempo e pienamente in carica in un eventuale pantano post-elettorale potrebbe apparire come una forma seppur sobria di interventismo presidenziale, lontano parente del realismo sia in senso togliattiano sia in quello monarchico del predecessore di Sergio Mattarella.
IN REALTÀ, come spiega anche chi ha avuto contatti con il Quirinale in queste settimane, è l’esatto opposto. Non a caso, il capo dello Stato ricorda spesso di essere stato docente di Diritto parlamentare e sulla scorta dei dossier preparatigli sulla prassi del presidente della Repubblica non replicherà mai, per fare un esempio, l’intromissione extra-ordinem di Giorgio Napolitano nella costruzione del programma del futuro governo di Enrico Letta, con la nomina dei fatidici dieci saggi. Era il marzo del 2013 e le istituzioni vissero una fase convulsa: il pre-incarico a Bersani, lo stallo dei dieci saggi (e la reggenza del governo uscente di Monti, dimissionario ma non sfiduciato), la rielezione di Napolitano, l’incarico a Letta.
Ed è per questo, allora, che a ben guardare il metodo di Mattarella è proprio il contrario di quello di Re Giorgio. Dal momento che il solco realista di stampo socialista di Napolitano contemplava il “governo” del Paese con la classica regola dell’obiettivo che giustifica i mezzi, stavolta è l’inverso. A tre mesi e mezzo dalle elezioni politiche del 4 marzo (la data sarà fissata dal governo dopo aver sentito i presidenti delle Camere), il Quirinale anticipa infat- ti una “strada” per ribadire la sua vocazione di arbitro convinto assertore della democrazia parlamentare. Lo fa senza conoscere i risultati e senza avanzare ipoteche su futuri governi di matrice tecnica o del Presidente. E il percorso scelto per sciogliere il Parlamento a partire dal 28 dicembre, dopo la tradizionale conferenza di fine anno del premier Paolo Gentiloni, ne è una dimostrazione lampante.
DA QUI ALLA FINE del mese, Mattarella interverrà pubblicamente in tre importanti occasioni. La prima è per domani, 15 dicembre, per gli auguri da parte del corpo diplomatico. Il presidente si concentrerà in particolare sull’Europa e sulla multilateralità. Indi, il 19 dicembre il discorso decisamente “interno ” per lo scambio di auguri. Ovviamente, però, l’attenzione sarà rivolta soprattutto al discorso della sera di San Silvestro, il 31 dicembre, tre giorni do- po lo scioglimento “leggermente” anticipato delle Camere. Quella sera, il capo dello Stato, ancora una volta, si terrà molto distante dal suo predecessore, incline alla difesa del sistema come establishmente nemico dichiarato di alcune forze politiche. Come già successo, il 20 dicembre dello scorso anno, due settimane dopo il referendum istituzionale, il presidente della Repubblica si soffermerà sull’importanza della partecipazione al voto.
In pratica, sarà un appello “al popolo sovrano” contro l’astensionismo. Ecco un passaggio di un anno fa: “Dalla grande affluenza al recente referendum è emersa - vorrei nuovamente sottolineare - una domanda dei nostri concittadini di maggior partecipazione, non episodica ma costante; e autentica, libera, da non strumentalizzare, da non manipolare. Una domanda rivolta soprattutto alle formazioni politiche e che merita apertura e disponibilità nella risposta”.
QUESTO sarà il nucleo politico del discorso, senza nessuna intromissione nella contesa come, appunto, testimonia l’investitura a tempo di Paolo Gentiloni. Di fronte a uno stallo provocato e accentuato dal tripolarismo del nuovo sistema elettorale, il Rosatellum, Mattarella consulterà i partiti e sperimenterà solo formule che abbiano una corrispondenza con l’esito dei colloqui, che sia un mandato esplorativo al grillino Luigi Di Maio oppure al forzista Antonio Tajani per un governo di larghe intese tra Pd e Forza Italia. Ma se soluzioni non ci saranno, il voto bis a giugno, pur drammatico, è nella dinamica delle cose, come ha detto ieri Silvio Berlusconi.