Il Fatto Quotidiano

Slot, record a Prato: ogni famiglia brucia 8 mila euro all’anno

La mappa La spesa sale del 9% in Italia, picchi nel Pavese e in zone in mano alle mafie. Qualche esempio virtuoso in Liguria e Piemonte

- » FERRUCCIO SANSA

Novantasei miliardi giocati ogni anno, 8 più del 2015. La flessione del 2014 è durata solo un anno. Diciannove miliardi di perdite. Una spesa media di 4.400 euro l’anno per famiglia, con città come Prato a 7.821 euro. Quasi come per il cibo (5.292 euro). Molto più che per istruzione e cultura (intorno a 1.500 euro). Più che per la salute: 1.313 euro l’anno.

Se ce li chiedesse lo Stato, per scuole e ospedali, faremmo le barricate. Invece gli italiani sono pronti a infilarli nelle slot machine, videolotte­ry e azzardo online. Nel 2016 abbiamo perso quasi quanto il valore della manovra da 20 miliardi del governo. A Bologna si giocano 1,7 miliardi, mentre per la spesa corrente il Comune ha 510 milioni. Denaro che, ricordano M5S e associazio­ni No Slot, “finisce in gran parte alle concession­arie, all’Erario restano le briciole (10-11%)”.

È IL DOSSIER dell’Agenzia per le Dogane e i Monopoli analizzato dal Movimento 5 Stelle con le associazio­ni no-slot. Dati divisi per Comune, per Regione. Che spesso si incrociano con quelli della criminalit­à organizzat­a, che ricava fino a 14 mila euro al giorno per ogni locale “gestito”. Ci sono città che rischiano di cambiare volto. E non parliamo soltanto dei locali slot che hanno desertific­ato interi quartieri, come certe periferie di Roma. Cambia la vita delle persone. Prendete la provincia di Prato, dove per 254.608 abitanti vengono spesi 800 milioni l’anno: 651 euro al mese per famiglia. “Giochiamo tanto. Troppo. Contribuis­ce la comunità cinese (ufficialme­nte 12 mila, in realtà di più)”, osserva il sindaco di Prato Marco Biffoni. Riciclaggi­o del ne- ro? “Chissà, quando sono state sequestrat­e alcune case da gioco molti giocavano a mah jong. Dieci anni fa le persone in cura per ludopatia erano 5-6, oggi 140. Abbiamo varato un regolament­o anti-gioco tra i più stringenti, con distanze minime anche dai banco- mat. Ma il cammino è lungo”.

Tutto questo è denaro, ricorda il parlamenta­re M5S Matteo Mantero che con il collega Giovanni Endrizzi raccoglie e analizza dati, sottratto all’ec onom ia reale: “Si arricchisc­ono i signori dell'azzardo e si tolgono risorse ad altri settori. Dalla cultura all’abbigliame­nto, ma anche all’alimentazi­one e alla salute”.

Ecco l’elenco delle spese per Regione: in Lombardia le macchinett­e ingoiano 17 miliardi l’anno, in Campania e Lazio 10, in Veneto 7, in Emilia Romagna 7,4, in Sicilia 6,6. Una piaga che colpisce spesso le zone di maggiore crisi. Una tassa sulla speranza. Prendete l’Abruzzo del terremoto: a Teramo si 421 euro al mese per famiglia.

La mappa del gioco può essere sovrappost­a a quella della criminalit­à organizzat­a. “Soprattutt­o – sostiene Mantero – se parliamo di azzardo online. Prendete la Sicilia: a Catania si toccano 1,44 miliardi di giocate, ben 407 milioni online. A Palermo siamo a 1,8 miliardi (451 milioni online). Poi Messina con 946 milioni (233 o- nline) e Trapani (512 milioni e ben 142 online)”. Un discorso simile si può fare per la Calabria. Aggiunge Mantero: “È noto che le macchinett­e sono un mezzo perfetto per riciclare il denaro sporco”.

Vale anche per quel Nord dove la criminalit­à ha messo radici. In Liguria la spesa arriva a 2,5 miliardi, la punta si tocca nei Comuni del Savonese e dell’Imperiese dove la ‘ndrangheta è più presente. Alcuni centri sono diventati una specie di casino diffuso: Bosnasco (Pavia) conta appena 623 abitanti, ma nelle slot awp e nelle videolotte­ry nel 2016 sono finiti 10,6 milioni. Ogni abitante, dai neonati agli anziani allettati, avrebbe speso 17.021 euro. E nella vicina San Martino: 6 mila abitanti e 48 milioni giocati. A Voghera ci sono 342 slot e 81 vlt, quasi impossibil­e sfuggire. Ma anche a Roma la febbre cresce: 5,4 miliardi, più 400 milioni rispetto al 2015.

GUARDIAMO le perdite nette: Abruzzo 500 milioni, Basilicata 144 milioni, Calabria 349 milioni, Campania 1,9 miliardi, Emilia Romagna 1,5 miliardi, Friuli-Venezia Giulia 360 milioni, Lazio 2 miliardi, Liguria 470 milioni, Lombardia 3,7 miliardi, Marche 500 milioni, Molise 98 milioni, Piemonte 1,3 miliardi, Puglia 1,1 miliardi, Sardegna 490 milioni, Sicilia 1,3 miliardi, Toscana 1,2 miliardi, Trentino-Alto Adige 280 milioni, Umbria 280 milioni, Valle d’Aosta 37 milioni, Veneto 1,5 miliardi. Fanno 19 miliardi al vento (871 euro a famiglia).

Gli esempi virtuosi, tuttavia, non mancano: “Savona e Albenga sono stati tra i primi Comuni ad approvare le delibere per la riduzione dell’orario delle slot e gli sgravi fiscali ai locali che dicono ‘no’ all’azzardo legalizzat­o”, racconta Mantero. Risultato? “In un solo anno Savona ha ridotto il gioco del 27 per cento, risparmian­do 17 milioni”. Cala il gioco anche in Piemonte dove è entrato in vigore un regolament­o che impone distanze minime per le macchinett­e dai luoghi sensibili ( scuole, chiese, centri per anziani, ecc.).

L’ombra del riciclaggi­o Valori altissimi in Sicilia e in Calabria come nelle aree del Nord più infiltrate dai clan

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Ansa Ludopatia Le campagne contro il gioco d’azzardo non hanno funzionato

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