DI MAIO, IL SUOLO È PUBBLICO E VA REGOLAMENTATO
Mentre con l’A s s ociazione Carteinregola festeggiamo la prossima conclusione dell’iter del nuovo Regolamento per gli impianti sportivi comunali, portato coraggiosamente avanti dalla maggioranza pentastellata della Capitale, che fissa finalmente regole certe e controlli stringenti per i gestori di questo importante patrimonio comunale, giunge come una doccia fredda il discorso del leader nazionale Luigi Di Maio all’Assemblea degli ambulanti a Venezia, indetta per protestare contro la direttiva europea “Bo lk e st ei n” che prevede una riassegnazione di tutte le concessioni di suolo pubblico attraverso delle gare di evidenza pubblica.
DI MAIO INFATTI promette alla categoria di cancellare la direttiva nei primi cento giorni del suo eventuale governo. E paradossal- mente lo fa in nome di una politica “al servizio dei cittadini e non delle lobbies”. Eppure proprio le regole della “Bolkestein” e del nuovo Codice dei contratti sono una garanzia di trasparenza e di democrazia, contro l’op aci tà delle promesse e dei favori, che soprattutto nella Capitale, da troppo tempo condiziona ogni aspetto che riguardi l’a ss egnazione di beni pubblici. Le piazze, le strade e i marciapiedi, come i locali di proprietà pubblica, gli impianti sportivi comunali, le spiagge e molto altro sono un patrimonio di tutti, che deve essere gestito nell’interesse generale e assegnato ai privati con criteri che li rendano accessibili a quanti legittimamente possono aspirarvi, compresi i tanti esclusi a causa di assegnazioni e proroghe che pre- miano le rendite di posizione. E va ricordato che, quando si parla di ambulanti, non ci si riferisce soltanto alle piccole attività in proprio o con la famiglia ma a quella grossissima fetta della categoria – almeno a Roma – costituita da veri e propri imprenditori che possiedono numerose licenze per banchi che danno in gestione a dipendenti o subaffittano a terzi. E a questo punto viene la netta sensazione che il rispetto delle regole e della legalità, tanto propagandate da un MoVimento nato come riscossa dei cittadini perbene, stia progressivamente virando verso la solita palude degli interessi particolari.
MESTO SEGNALEdella mutazione genetica che subiscono tanti movimenti quando, conquistato un posto di rilievo sulla ribalta politica, finiscono con il mettere davanti a tutto il raccolto elettorale e il consenso delle corporazioni di turno, anche quando cozzano con i più generali interessi di tutti i cittadini. Del resto l’appello alle regole, non solo per il MoVimento, va sempre a corrente alternata: obblighi per gli altri, eccezioni per se stessi. Come Vittorio Gassman nell’episodio La strada è di tuttinel film I Mostri, di Dino Risi, che applicava le regole a seconda che vestisse i panni del pedone o dell’automobilista.
* Presidente dell’Associazione
Carteinregola
AMBULANTI
Mentre a Roma la giunta Raggi fissa controlli stringenti, a Venezia il candidato premier M5S promette di abolirli