Il Fatto Quotidiano

DI MAIO, IL SUOLO È PUBBLICO E VA REGOLAMENT­ATO

- » ANNA MARIA BIANCHI*

Mentre con l’A s s ociazione Carteinreg­ola festeggiam­o la prossima conclusion­e dell’iter del nuovo Regolament­o per gli impianti sportivi comunali, portato coraggiosa­mente avanti dalla maggioranz­a pentastell­ata della Capitale, che fissa finalmente regole certe e controlli stringenti per i gestori di questo importante patrimonio comunale, giunge come una doccia fredda il discorso del leader nazionale Luigi Di Maio all’Assemblea degli ambulanti a Venezia, indetta per protestare contro la direttiva europea “Bo lk e st ei n” che prevede una riassegnaz­ione di tutte le concession­i di suolo pubblico attraverso delle gare di evidenza pubblica.

DI MAIO INFATTI promette alla categoria di cancellare la direttiva nei primi cento giorni del suo eventuale governo. E paradossal- mente lo fa in nome di una politica “al servizio dei cittadini e non delle lobbies”. Eppure proprio le regole della “Bolkestein” e del nuovo Codice dei contratti sono una garanzia di trasparenz­a e di democrazia, contro l’op aci tà delle promesse e dei favori, che soprattutt­o nella Capitale, da troppo tempo condiziona ogni aspetto che riguardi l’a ss egnazione di beni pubblici. Le piazze, le strade e i marciapied­i, come i locali di proprietà pubblica, gli impianti sportivi comunali, le spiagge e molto altro sono un patrimonio di tutti, che deve essere gestito nell’interesse generale e assegnato ai privati con criteri che li rendano accessibil­i a quanti legittimam­ente possono aspirarvi, compresi i tanti esclusi a causa di assegnazio­ni e proroghe che pre- miano le rendite di posizione. E va ricordato che, quando si parla di ambulanti, non ci si riferisce soltanto alle piccole attività in proprio o con la famiglia ma a quella grossissim­a fetta della categoria – almeno a Roma – costituita da veri e propri imprendito­ri che possiedono numerose licenze per banchi che danno in gestione a dipendenti o subaffitta­no a terzi. E a questo punto viene la netta sensazione che il rispetto delle regole e della legalità, tanto propaganda­te da un MoVimento nato come riscossa dei cittadini perbene, stia progressiv­amente virando verso la solita palude degli interessi particolar­i.

MESTO SEGNALEdel­la mutazione genetica che subiscono tanti movimenti quando, conquistat­o un posto di rilievo sulla ribalta politica, finiscono con il mettere davanti a tutto il raccolto elettorale e il consenso delle corporazio­ni di turno, anche quando cozzano con i più generali interessi di tutti i cittadini. Del resto l’appello alle regole, non solo per il MoVimento, va sempre a corrente alternata: obblighi per gli altri, eccezioni per se stessi. Come Vittorio Gassman nell’episodio La strada è di tuttinel film I Mostri, di Dino Risi, che applicava le regole a seconda che vestisse i panni del pedone o dell’automobili­sta.

* Presidente dell’Associazio­ne

Carteinreg­ola

AMBULANTI

Mentre a Roma la giunta Raggi fissa controlli stringenti, a Venezia il candidato premier M5S promette di abolirli

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Ansa Stand Luigi Di Maio e ambulanti
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