Per i sexy-corsi le aspiranti toghe erano costrette a pagare in nero
Non solo il codice delle minigonne, per i corsi intensivi di Bellomo dopo i regolari bonifici “anche versamenti in nero”
“Per quelli intensivi la retta va dagli 800 ai 1.300 euro. Poi ci sono le lezioni ‘pre-consorso’, 100 euro. Tutto senza tracce. In prima fila ragazze vestite con gonne corte e tacchi a spillo: come da contratto”
Oltre a imporre le minigonne, il colore delle calze, lo spessore dei tacchi, a ricattare le giovani borsiste, la scuola privata Diritto e Scienza per aspiranti magistrati di Francesco Bellomo – consigliere di Stato che rischia la radiazione – pretendeva pagamenti in nero. Un’ex allieva racconta al Fatto il giro d’affari (e le fatture mancate) di Diritto e Scienza, all’apparenza una piccola società con sede a Bari, la città di Bellomo. Il consigliere di Stato, in veste di direttore scientifico, per otto anni (dal 2009 al marzo 2017), ha formato migliaia di studenti che hanno partecipato al concorso per diventare magistrato.
PER TUTELARE la nostra fonte non riportiamo il suo nome: “Ho frequentato i corsi di Bellomo a Milano. Ci ha stupito perché alla fine di una lezione ci ha spiegato che per chi partecipa al corso di Milano attua un programma molto più complesso perché i ‘ m il an e si ’ sono molto più motivati, per questo ho dedotto che le tariffe applicate a Milano sono maggiori rispetto a quelle che applica a Roma e a Bari, dove Bari è la meno costosa”.
Diritto e Scienza è parecchio attiva, propone un’ampia varietà di lezioni, pubblica una rivista (che Bellomo usava anche per umiliare le ex allieve-fidanzate), assiste gli studenti con costanza e li accompagna fino al giorno dell’esame di Stato, il prestigioso e complicato esame per indossare la toga: “Per iniziare, la società offre un corso annuale da 3.600 euro inclusa Iva che si tiene a Milano, tre giorni una volta al mese. Bellomo è capace di impartire lezioni per molte ore di fila bevendo soltanto caffè. Ho calcolato che in una giornata ha diluito nel caffè otto bustine di zucchero. Di solito ai corsi ci sono un centinaio di persone, ma non è a numero chiuso come dichiara. Alle lezioni, le prime file sono riservate alle borsiste, che vestono come richiesto dal contratto: gonne molto corte, spesso spalle scoperte e tacchi a spillo. I 3.600 euro per il corso – continua la nostra fonte – si possono pagare tramite un bonifico e si riceve una regolare fattura. Anche per i libri, circa 700 euro per 6 tomi scritti da Bellomo, tre di Amministrativo e tre di Penale. Il resto, però, è tutto in nero”.
Varcato l’ingresso principale – con l’abbonamento annuale – le esigenze contabili di Diritto e Scienza cambiano: “Per il corso intensi- vo, che come programma si accavalla a quello ordinario per chi segue quello annuale, i corsisti pagano 800 euro, i non corsisti 1.300. Il pagamento avviene presso la scrivania della sala dove il corso si tiene, noi corsisti davamo i contanti a una collaboratrice di Bellomo che infilava subito le banconote in una busta senza restiturci né un foglio, né una ricevuta, né una fattura. Così pure per una nuova edizione di uno dei volumi Bellomo, vendu- to scontato e in nero per 160 euro. Anche per la full im
mersion di tre giorni, io e i miei colleghi abbiamo sempre pagato in nero: 100 euro al giorno, 200 per i non corsisti annuali”.
ALLA VIGILIA dell’esame, la scuola si trasferiva a Roma: “A ridosso del concorso, il consigliere è solito tenere una lezione che lui definisce ‘pre-concorso’ all’hotel Hilton di Roma, studiando i membri della commissione d’esame la cui prima prova si svolge il mattino seguente. Studio della commissione con formulazione di un algoritmo sui presunti argomenti ‘ p apa bi li’ per ogni materia oggetto di prova concorsuale: costo della lezione 100 euro. Sempre in nero. Il denaro non passava mai per le mani di Bellomo, ma veniva raccolto dai suoi collaboratori. Una donna a Milano e un uomo a Roma. Ogni anno Bellomo – a ggiunge la nostra fonte – organizzava una festa di fine corso a Milano a l l’hotel Sheraton Diana Majestic. Offriva l’i n te r a serata, però pretendeva di assegnare i posti ai tavoli. Al suo, c’erano le borsiste, di solito poco vestite. Ho visto cambiare radicalmente (fisicamente, ndr) nel giro di poco tempo la ragazza il cui padre ha denunciato Bellomo. I borsisti – aggiunge la nostra fonte – erano sotto il suo dominio, quelli di fascia alta non potevano salutare i ‘normali’ corsisti. Ogni giorno di fine prova del concorso all’uscita della Fiera di Roma, il consigliere Bellomo, seduto su di un cuscino, aspetta gli allievi che escono per parlare loro della traccia uscita e del suo svolgimento”.
Il principale azionista di Diritto e Scienzaè Andrea Irno Consalvo (85 per cento), una quota (il 15) è detenuta da Marika Miglioranza, entrambi avvocati. Questa società è ricchissima.
IL 2016 È STATO un anno memorabile: il bilancio si è chiuso con 1,2 milioni di euro di ricavi, 643 mila di utile netto. Il patrimonio supera i 2,3 milioni accumulando i profitti degli anni passati. Dopo la destituzione approvata dal Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, Bellomo aspettala decisione finale dell’ adunanza generale di Palazzo Spada. Per il collaboratore Davide Nalin, il pm di Rovigo, il“mediatore” che contribuiva a minacciare le ragazze, il procuratore generale della Cassazione ha chiesto la sospensione da funzioni e stipendio.
Ora spetta alla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura applicare la sanzione al trentenne di Padova. Le Procure aprono“indagini conoscitive”. E adesso, dopo i ricatti sessuali, ecco la macchina da soldi di Diritto e Scienza.
Le prime file sono riservate alle borsiste, che vestono come da contratto: gonne molto corte, spalle scoperte, tacchi a spillo Noi corsisti davamo i contanti a una collaboratrice che li infilava subito in una busta, senza restituirci né un foglio, né una fattura I borsisti erano sotto il dominio di Bellomo, quelli di fascia alta non potevano salutare i ‘normali’ corsisti