Musumeci e Sgarbi, nuova grana: il processo per stalking al sovrintendente Enzo Caruso
CALTANISSETTA Nuova protesta di Arnone
▶DOPO IL TETTO degli stipendi dei dirigenti abbattuto da Miccichè e la raffica degli impresentabili che crescono al ritmo di uno a settimana, ora il “fascista perbene” Nello Musumeci ha un altro problema da risolvere: la conferma alla poltrona di sovrintendente ai Beni culturali di Caltanissetta di Vincenzo Caruso, sotto processo per stalking sessuale. A ricordarlo a lui e all’assessore Sgarbi è stato ieri mattina uno striscione esposto sotto i balconi dell’assessorato dall’avvocato ambientalista Giuseppe Arnone, con l’aiuto della sua collaboratrice Vania Palillo: “Onoriamo le donne siciliane e diamo un vero segnale di cambiamento – ha scritto Arnone –, i maniaci vanno puniti e non promossi”. Il riferimento è alle intercettazioni che hanno condotto davanti ai giudici Caruso, da cui sono emerse le attenzioni continue alle sue dipendenti, a cui chiedeva persino il colore delle mutande. E se davanti all’assessorato lo striscione ha incuriosito numerose donne che si sono fermate per approfondire il tema della denuncia, davanti ai giudici alcune associazioni si sono costituite parte civile contro il sovrintendente. “È un caso Weinstein in salsa siciliana – ha aggiunto il legale agrigentino – solo che qui in Sicilia Caruso è rimasto al suo posto perché protetto da Alfano e Crocetta”. La denuncia è stata replicata nel pomeriggio davanti alla sede della Presidenza della Regione, ma anche qui nessuna traccia di Sgarbi, che qualche mese fa, quando si era candidato alla poltrona oggi di Musumeci, aveva chiamato Arnone nella sua squadra e ieri ha scelto il silenzio. Lo stesso mantenuto da Musumeci e dal suo vice Gaetano Armao che ieri ha parlato con Arnone: “Mi ha assicurato – ha detto il legale – che avrebbe avvertito il presidente Musumeci”.