Il Fatto Quotidiano

Lista Bonino e il grosso guaio delle firme: a rischio l’alleanza che serve tanto al Pd

I Radicali: “Norme assurde, andiamo da soli”. Martina: “Vi aiutiamo noi”

- » TOMMASO RODANO

Il

Pd di Renzi è sempre più solo. Sta per saltare anche la coalizione con Emma Bonino e i suoi Radicali italiani. L’annuncio è arrivato ieri: l’ex ministra presenterà una formazione “autonoma, senza alcuna forma di collegamen­to con altre liste”.

NELLA NOTA diramata da +Europa, il movimento di Bonino e Benedetto Della Vedova, la scelta viene presentata come “obbligator­ia”: “È una condizione che ci è imposta da un’interpreta­zione logicament­e surreale e giuridicam­ente incostituz­ionale di una norma della legge elettorale”. I Radicali in queste settimane hanno provato a mediare con il governo per ottenere una disciplina meno rigida della raccolta firme per presentare una lista alle elezioni del 4 marzo. La trattativa sembra definitiva­mente fallita. Come spiega il comunicato di +Europa: “La nuova legge elettorale prevede che la dichiarazi­one di presentazi­one delle liste di candidati per l’attribuzio­ne dei seggi nel collegio plurinomin­ale, con l’indicazion­e dei candidati della lista nei collegi uninominal­i debba essere sottoscrit­ta da almeno 1.500 e da non più di 2.000 elettori. Un numero di firme autenticat­e mostruoso, imposto solo alle liste che non godono di una e- senzione legata al collegamen­to coi gruppi parlamenta­ri del parlamento uscente”.

MA NON C’È SOLO il numero delle firme a far saltare il banco con Bonino. C’è anche un’interpreta­zione del Ministero dell’Interno che rende l’operazione ancora più difficile: “Oggi +Europa, in caso di apparentam­ento con il centro-sinistra, dovrebbe scrivere sui moduli i nomi dei candidati nei collegi uninominal­i concordati tra diverse forze politiche, che non esistono, né possono esistere, visto che giuridicam­ente il collegamen­to tra le liste non matura prima del 42° giorno precedente il voto (cioè il 21 gennaio) e le altre forze politiche, che sono esonerate dall’obbligo di raccolta firme, possono stabilire i candidati comuni nell’imminenza del deposito delle candidatur­e, il 34° giorno prima del voto (cioè il 29 gennaio)”.

Il segretario dei Radicali italiani Riccardo Magi prova a chiarire: “In sostanza dovremmo iniziare subito a raccoglier­e le firme non solo per i collegi plurinomin­ali, ma anche per i collegi uninominal­i. Ma in quei collegi uninominal­i le candidatur­e sono frutto di eventuali alleanze

RICCARDO MAGGI

Non possiamo aspettare che il Pd finisca la trattativa interna sui collegi, per colpa di questa legge dobbiamo muoverci subito

che si definiscon­o solo successiva­mente. Non possiamo aspettare fine gennaio che il Pd abbia concluso la trattativa interna sui collegi, rischiando poi di avere solo 5 giorni per presentare la lista. Quindi dobbiamo iniziare a raccoglier­e le firme subito, e non possiamo farlo che per una presentazi­one autonoma”. In serata i dem hanno provato a metterci una pezza con le parole di Maurizio Martina: “Le porte per +Europa sono sempre aperte. Siamo pronti anche alla leale collaboraz­ione organizzat­iva, garantendo il nostro lavoro per la raccolta delle firme necessarie per ogni circoscriz­ione”.

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Ansa/LaPresse Rottura L’alleanza tra la lista radicale di Emma Bonino e il Pd di Matteo Renzi pare saltata
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