Lista Bonino e il grosso guaio delle firme: a rischio l’alleanza che serve tanto al Pd
I Radicali: “Norme assurde, andiamo da soli”. Martina: “Vi aiutiamo noi”
Il
Pd di Renzi è sempre più solo. Sta per saltare anche la coalizione con Emma Bonino e i suoi Radicali italiani. L’annuncio è arrivato ieri: l’ex ministra presenterà una formazione “autonoma, senza alcuna forma di collegamento con altre liste”.
NELLA NOTA diramata da +Europa, il movimento di Bonino e Benedetto Della Vedova, la scelta viene presentata come “obbligatoria”: “È una condizione che ci è imposta da un’interpretazione logicamente surreale e giuridicamente incostituzionale di una norma della legge elettorale”. I Radicali in queste settimane hanno provato a mediare con il governo per ottenere una disciplina meno rigida della raccolta firme per presentare una lista alle elezioni del 4 marzo. La trattativa sembra definitivamente fallita. Come spiega il comunicato di +Europa: “La nuova legge elettorale prevede che la dichiarazione di presentazione delle liste di candidati per l’attribuzione dei seggi nel collegio plurinominale, con l’indicazione dei candidati della lista nei collegi uninominali debba essere sottoscritta da almeno 1.500 e da non più di 2.000 elettori. Un numero di firme autenticate mostruoso, imposto solo alle liste che non godono di una e- senzione legata al collegamento coi gruppi parlamentari del parlamento uscente”.
MA NON C’È SOLO il numero delle firme a far saltare il banco con Bonino. C’è anche un’interpretazione del Ministero dell’Interno che rende l’operazione ancora più difficile: “Oggi +Europa, in caso di apparentamento con il centro-sinistra, dovrebbe scrivere sui moduli i nomi dei candidati nei collegi uninominali concordati tra diverse forze politiche, che non esistono, né possono esistere, visto che giuridicamente il collegamento tra le liste non matura prima del 42° giorno precedente il voto (cioè il 21 gennaio) e le altre forze politiche, che sono esonerate dall’obbligo di raccolta firme, possono stabilire i candidati comuni nell’imminenza del deposito delle candidature, il 34° giorno prima del voto (cioè il 29 gennaio)”.
Il segretario dei Radicali italiani Riccardo Magi prova a chiarire: “In sostanza dovremmo iniziare subito a raccogliere le firme non solo per i collegi plurinominali, ma anche per i collegi uninominali. Ma in quei collegi uninominali le candidature sono frutto di eventuali alleanze
RICCARDO MAGGI
Non possiamo aspettare che il Pd finisca la trattativa interna sui collegi, per colpa di questa legge dobbiamo muoverci subito
che si definiscono solo successivamente. Non possiamo aspettare fine gennaio che il Pd abbia concluso la trattativa interna sui collegi, rischiando poi di avere solo 5 giorni per presentare la lista. Quindi dobbiamo iniziare a raccogliere le firme subito, e non possiamo farlo che per una presentazione autonoma”. In serata i dem hanno provato a metterci una pezza con le parole di Maurizio Martina: “Le porte per +Europa sono sempre aperte. Siamo pronti anche alla leale collaborazione organizzativa, garantendo il nostro lavoro per la raccolta delle firme necessarie per ogni circoscrizione”.