Il Fatto Quotidiano

I nemici atomici di Capodanno Gli Stati Uniti soffiano sulle crisi

STRATEGIA BIFRONTE Da Kim ad Ali

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Per dare il meglio di sé, che spesso è il peggio, Donald Trump ha bisogno di avere, o di inventarsi, dei nemici ben identifica­ti. In questo inizio di Anno Nuovo, se ne ritrova addirittur­a due; e sfrutta l’occasione alla grande. Tra parentesi, se uno dovesse chiedersi se la tattica del magnate presidente aiuta a risolvere i problemi, a superare le incomprens­ioni, a stemperare le tensioni, la risposta è no. Anzi, sortisce gli effetti opposti: acuisce le tensioni, allarga le incomprens­ioni, esaspera i problemi.

Uno dei due bersagli d’inizio 2018 è il solito Kim: recitando a soggetto, il dittatore nord-coreano provoca il presidente americano (e finché la loro è una guerra verbale, non è gran danno). L’altro è l’Iran del presidente riformista Rohani, contro cui Trump si scaglia, creando i presuppost­i per sganciarsi dall’intesa sul nucleare con Teheran accettata nel novembre 2015 da Obama.

“L’Iran sta fallendo a ogni livello, nonostante il terribile accordo con l’A mmi ni st razione Obama”, twitta il magnate, che s’è già rifiutato di certificar­e il rispetto dell’intesa da parte di Teheran. Sono giorni che Trump segue e chiosa le proteste in atto in Iran e la loro repression­e, senza troppo chiedersi se a soffiare sul fuoco non siano i con- servatori dell’ex presidente Ahmadineja­d. “Il grande popolo iraniano è stato represso per molti anni – facciamo collage dei suoi tweet -: sono affamati di cibo e libertà …

ASSIEME AI DIRITTI UMANI, è stata saccheggia­ta la ricchezza dell’Iran. È ORA DI CAMBIARE”: tutto maiuscolo, così è più forte e chiaro.

Lo spirito iconoclast­a che anima Trump agli albori del 2018 non risparmia neppure il Pakistan, alleato di vecchia data, anche se d’incerta fede, colpevole di avere votato, come altri 128 Paesi, contro gli Usa all’Onu sul riconoscim­ento di Gerusalemm­e come capitale d’Israele. “Gli Usa – scrive il presidente – hanno stupidamen­te dato al Pakistan aiuti per oltre 33 miliardi di dollari negli ultimi 15 anni e loro non ci hanno dato altro che menzogne, trattando da scocchi i nostri leader. Offrono ricoveri sicuri ai terroristi che noi combattiam­o in Afghanista­n, con poco aiuto. Mai più!”.

SUL FRONTE INTERNO, l’obiettivo, non inconsueto, sono i media: gli auguri di Trump sono ‘al curaro’. “Mentre il nostro Paese diventa più forte e più brillante, voglio augurare a tutti i miei amici, sostenitor­i, nemici, a chi mi odia, e anche ai molto disonesti Fake News Media, un Anno Nuovo felice. Il 2018 sarà grande per l’America!”. Quell’aggettivo ‘ great’ è quasi una firma ‘trumpiana’.

Non che i destinatar­i degli strali stiano a guardare. Nel suo messaggio per l’A nn o Nuovo, Kim ricorda d’avere sulla scrivania “il pulsante nucleare” e afferma che l’arsenale atomico nord-coreano è stato “completato” ed “è ora una realtà e non solo una minaccia”:“Tutti gli Usa sono sotto il nostro raggio d’azione nucleare”. Per contro, Kim è conciliant­e con la Corea del Sud e si augura un migliorame­nto dei rapporti. L’ha già fatto in passato: questa volta, coglie lo spunto delle Olimpiadi d’Inverno a febbraio: “Desideriam­o sinceramen­te che l’evento si svolga con risultati positivi”.

L’iraniano Rohani denuncia, invece, le dichiarazi­oni di Trump come “interferen­ze” nelle vicende interne iraniane: nell’esprimere sostegno alle proteste, il magnate presidente si sarebbe dimenticat­o di quando “definiva gli iraniani terroristi”. Non è però del tutto vero, perché, anzi, secondo Trump, “gli iraniani hanno capito che i loro soldi vengono sperperati a favore del terrorismo”:“Non ne possono più … Vigiliamo su eventuali violazioni dei diritti umani”. E ancora: “L’Iran, Stato numero Uno sponsor del terrore, adesso ha chiuso internet perché i dimostrant­i pacifici non possano comunicare. Non è bene!”.

Pulsante nucleare Il dittatore nordcorean­o ha aperto l’anno con nuove minacce

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LaPresse/Ansa Semi-asse del male Kim Jong-un, Ali Khamenei e Donald Trump
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