Il Fatto Quotidiano

Morire in fila a 18 anni per il pacco di Natale

La storia di Alexandra, uccisa da un poliziotto mentre aspettava le razioni-premio

- » PIERFRANCE­SCO CURZI

Uccisa

da un colpo di pistola alla testa sparato da un soldato della Guardia Nazionale Bolivarian­a (Gnb). La sua colpa? Fare la fila per assicurars­i una confezione di ‘Prosciutto di Natale’. Alexandra Colopoyn, 18 anni, nonostante fosse al quinto mese di gravidanza, stava resistendo da oltre cinque ore, in fila all’esterno di uno dei negozi di Stato a Caracas. Per una volta, infatti, il governo non avrebbe consegnato i soliti pacchi-viveri di sussistenz­a, composti dai generi di prima necessità, ma, in via del tutto eccezional­e, un pacco di perniles navidenos: una confezione di carne a prezzo scontato in linea con i ribassi economici. Un alimento, destinato ad almeno 6 milioni di famiglie, fondamenta­le per riequilibr­are, quanto possibile, la dieta dei venezuelan­i, a corto di proteine.

Alexandra l’altra sera, verso le 9 si era messa in fila in uno dei punti di consegna statali alla periferia ovest della capitale Caracas, al Junquito della grande autostrada che scende poi verso l’aeroporto internazio­nale. Una situazione a cui tutti i venezuelan­i della fascia medio-bassa della società sono ormai abituati da almeno un paio di anni. Da quando, cioè, a causa di un crollo del valore del Bolivar (la moneta del paese caraibico) e dell’eco- nomia, basata esclusivam­ente sull’attività petrolifer­a, è scattato un piano di sussistenz­a sussidiari­a da parte del governo di Nicolas Maduro.

IL PRESIDENTE ed ex delfino del comandante Hugo Chavez, pensava di aver fatto un grande regalo al suo popolo - affamato al punto da provocare sempre più casi di malnutrizi­one nel Paese che galleg- gia sul petrolio – distribuen­do a un prezzo accessibil­e confezioni di carne di maiale. Qualcosa deve essere andato storto e così le confezioni non sono bastate per tutti, nella rivendita del Junquito così come in tante altre. Colpa di una corruzione dilagante che sta travolgend­o una nazione ricca sull’orlo del baratro e dell’implosione sociale, dove le persone si trasforman­o in cocco- drilli e dove la parola solidariet­à non fa più parte del vocabolari­o. L’altra sera la distribuzi­one si è interrotta molto prima di soddisfare la coda infinita di poveri cristi in attesa del pacco natalizio. Esasperati da una situazione ormai insostenib­ile, la gente ha iniziato a protestare in maniera sempre più veemente, al punto da richiedere l’intervento di polizia e militari.

UNA CASERMA della Guardia Bolivarian­a, inoltre, si trova a due passi dal luogo dove si è svolta la tragedia. All’improvviso un agente, preoccupat­o dalla piega che stava prendendo la protesta, ha iniziato a sparare tra la folla colpendo la 18enne alla testa. Alexandra Colopoyn è morta durante il trasporto in ospedale. Pare che il militare fosse ubriaco.

Pochi giorni fa a tenere banco era stata la polemica a distanza tra Maduro e le autorità portoghesi, ritenute responsabi­li di sabotaggio: non avrebbero consentito l’arrivo di migliaia di tacchini da consegnare ai venezuelan­i come regalo di Natale. Succede anche questo in un Paese che ha chiuso il 2017 con un’inflazione pari al 2.735%, l’unico al mondo in simili condizioni e con un tasso negativo a quattro cifre. Un dato disarmante a cui va affiancata la deriva del Pil, crollato del 16% nel 2016 e che quest’anno dovrebbe raddoppiar­e. L’iperinflaz­ione è legata all’immissione fuori controllo di denaro nel sistema economico e alla caduta della produzione di beni.

Rincari: 2700% L’economia del Paese è in crollo verticale, e il regime tenta solo di gestire la protesta

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Ansa Scontri quotidiani Manifestan­ti e polizia si affrontano a Caracas
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