Il Fatto Quotidiano

Nel 2018 diremo addio anche ai piccoli comuni montani?

-

Finalmente lo scioglimen­to delle Camere è arrivato, ma il mio pessimismo va oltre il 2018. Sono sempre convinto, confortato anche dall’articolo di Massimo Fini, che il modello economico definito “la civiltà dei consumi” vada azzerato completame­nte. Anche il modello europeo richiedere­bbe un maggiore avviciname­nto alla Russia europea. Il debito pubblico ci sta divorando mentre i ciarlatani di turno seguitano a strombazza­re che la nostra economia è in ripresa. Da anni si è instaurata una classe politica che, anzichè creare ricchezza, in quanto incapaci, creano soltanto debito, trastullan­dosi con l’introdurre imposte sempre più inique. Dopo aver fatto chiudere una infinità di saracinesc­he nelle città, i risparmiat­ori del mattone sono stati costretti a svendere senza alcun successo e ora la famigerata Imu sta distruggen­do in modo definitivo anche le piccole frazioni dei Comuni di montagna. Gli eredi di queste piccole case sono i giovani che hanno cercato lavoro nelle città. Anche costoro non riescono a svendere immobili che costano al massimo 30.000 euro. Quindi non resta che distrugger­e i tetti e renderli inabitabil­i. A questo punto siamo arrivati. I relativi Comuni con l’unione dei Comuni si sono lasciati il semplice anagrafico e i loro amministra­tori provenient­i da capi di cooperativ­e rimasti senza lavoro, sfruttando quello politico. Tra breve avremo una quantità di piccole frazioni che diverranno fantasmi in attesa di trasformar­si in ruderi da abbattere. ROBERTO CENTRACCHI­O

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy