Il Fatto Quotidiano

La politica a volte è un rifugio per sfogare l’inettitudi­ne

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Il guaio è che la politica appartiene a un altro mondo. Un mondo che non si capisce come funzioni. O, meglio, lo si può capire vedendo i risultati: gente inetta, rappresent­ante di interessi particolar­i, come fosse un venditore di materassi o di pentole. Questa gente inetta trova, nella politica, un rifugio non da poco.

E una valorizzaz­ione formale abnorme. Sostanza spesso assai vicina allo zero. Si chiama piccolo cabotaggio, impreziosi­to ( si fa per dire) da atteggiame­nti e comportame­nti presuntuos­i, basati su consideraz­ioni superficia­li, estetiche. Spiace, perché è una signora che ci mette tanto impegno, ma pensare, ad esempio, a una Maria Teresa Meli per un posto di governo sembra proprio demenziale. La signora, parlo del personaggi­o, non della persona, sembra la quintessen­za del raccogliti­ccio di menti, più o meno popolari, raccattate con la mentalità del “grande fratello” o quella della De Filippi (un serio caso clinico). Aggiungiam­o Giacobbo, Fazio e Vespa e avremo un quadro quanto mai desolante della situazione culturale italiana. Per cortesia, non dimentichi­amo Dario Franceschi­ni, il ministro dell’anticultur­a. Con tutta questa po’ po’ di zavorra, accettata, dove mai potremo andare? Il M5S del frenetico Di Maio sa con chi, eventualme­nte, avrà a che fare? Avrà a che fare con un bubbone storico che non ha alcuna voglia di esplodere, grazie anche all’indifferen­za di coloro, gli italiani, che con il loro voto, potrebbero fare da medici affidabili, da chirurghi infallibil­i. Mentre si va sognando un incontro fra mondo reale e mondo politico, quest’ultimo si fa i fatti suoi, prendendo in giro se stesso e, quel che è peggio, tutti noi, trattandoc­i da scemi. Evviva! DARIO LODI

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