“Fabio? Reato, ma denunciare non serve”
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti: “Non è iscritto, non può raccontare il voto”
Come
presidente dell’ordine non intendo intervenire contro Fabio Fazio, né tanto meno nei confronti di Bruno Vespa”. A parlare è Carlo Verna, presidente dell’Ordine dei giornalisti, eletto lo scorso 25 ottobre. La legge del 3 febbraio 1963 che regola la professione all’articolo 45 dice che “nessuno può esercitare la professione giornalistica se non è iscritto nell’elenco dei professionisti o in quello dei pubblicisti” e che “la violazione è punita dagli articoli 348 e 498 del codice penale”.
FABIO FAZIO professionista non è mai stato e ha restituito il tesserino da pubblicista nel gennaio 2016. “Sull’utilizzo di Fazio in campagna elettorale so bene che dovrei intervenire – dice Verna, ex segretario dell’U s igrai, l’associazione dei giornalisti Rai – per esercizio abusivo della professione, ma quando mi sono insediato ho detto subito che non avrei istruito procedimenti di questo tipo, che trovo anacronistici e inutili. Come ha dimostrato l’istruttoria nei confronti di Barbara D’Urso, che si è risolta in un nulla di fatto”, conclude. Ma come presidente dell’Ordine non ha l’obbligo di legge di intervenire? “No, non è automatico, spetta a me decidere”, risponde Verna. Che va avanti: “La professione è cambiata e l’informazione, specie in televisione, viene trattata in tantissimi programmi, dovremmo fare procedimenti di continuo, ma non è la mia politica. Io mi limito a sorvegliare i giornalisti iscritti all’albo, controllando che si attengano alle regole di deontologia e rispettino le regole”.
QUINDI VA TUTTO bene? “No, perché sono convinto che la campagna elettorale in tv vada seguita da programmi condotti da giornalisti. Ma non tocca a me intervenire: è una questione che riguarda i vertici Rai e la commissione di Vigilanza”. E Vespa? “Per lui il discorso è diverso, perché è un giornalista. Anche qui, però, non sta a me discutere il tipo di contratto che ha con la Rai. Ma mi chiedo: può un direttore di testata giornalistica, sotto cui viene ricondotta Porta a porta in campagna elettorale, vigilare su quello che fa un artista? E penso anche: se vuoi fare l’artista e allo stesso tempo occuparti di politica, forse a qualcosa devi rinunciare. Siamo di fronte a un’ambiguità di fondo che andrebbe risolta, ma deve farlo la Rai e la Vigilanza, non l’Ordine”.
Se vuoi fare l’artista e allo stesso tempo occuparti di politica, a qualcosa devi rinunciare Non mi muovo su Fazio: il caso D’Urso insegna che la questione è datata