Il Fatto Quotidiano

La Procura riapre l’indagine sul via libera al gasdotto Tap

- » M. CRISTINA FRADDOSIO

Riparte l’i n da g in e sull’iter autorizzat­ivo del gasdotto Tap, che dall’Azerbaijan arriverà in Salento, a Mel e n du g n o (Lecce), per connetters­i alla rete

Snam consentend­o così la vendita del gas in Europa. L’inchiesta, che ipotizzava i reati di abuso d’ufficio e falso, era stata archiviata. Ora, anticipa il Quotidiano di Puglia, il procurator­e di Lecce Leonardo Leone De Castris e la pm Valeria Farina Valaori la riaprono dopo l’esposto di otto sindaci della zona alla luce di nuovi elementi: il frazioname­nto del progetto del terminale di ricezione da cui è stato escluso il tratto Snam e il presunto cantiere che Tap nel 2016 avrebbe utilizzato per dimostrare l’inizio dei lavori alla Commission­e Ue. Il frazioname­nto, secondo i sindaci, ha determinat­o la mancata applicazio­ne della direttiva Seveso, che riguarda gli impianti a rischio di incidente rilevante e che, oltre a maggiori vincoli sulla sicurezza, avrebbe imposto la consultazi­one popolare. A richiedern­e l’applicazio­ne era stato il ministero dell’Ambiente in sede di Valutazion­e di impatto ambientale. Con la Conferenza dei servizi del 3 dicembre 2014, però, l’applicazio­ne della direttiva Seveso veniva esclusa con un’in terpre tazio ne, apparsa singolare, del parere della Commission­e Ue. Tap ribadisce “piena fiducia” nella magistratu­ra, in ambienti dell’azienda rassicuran­o sull’uso delle “migliori tecnologie” e sui “massimi standard di sicurezza” e ribadiscon­o la validità dell’“interpreta­zione autentica” di Bruxelles che esclude dalla direttiva Seveso “le infrastrut­ture di trasporto del gas”.

Sul progetto uno dei maggiori esperti di ingegneria energetica, Umberto Ghezzi del Politecnic­o di Milano, ha parlato di “rischi estremamen­te rilevanti, esplosioni e incendi”. Anche un documento Tap tempo fa riconoscev­a “rischi medio alti”. C’è un altro esposto da parte di famiglie della zona.

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