Il Fatto Quotidiano

Il giudice fa corsi privati e presiede il concorso

Conflitto di interessi Canale è a capo della commission­e per l’accesso alla Corte dei conti e preparava i candidati

- » DAVIDE MILOSA

Strane

ombre sul concorsone per diventare giudice della Corte dei conti. Ai nastri di partenza 1.800 candidati. Posti a disposizio­ne 24. S’inizia domani e si prosegue fino al 16 alla Fiera di Roma. Sul caso si allunga un potenziale conflitto d’interessi tanto grave quanto palese. Ecco allora i fatti di una vicenda che rischia di terremotar­e la giustizia contabile.

IL PASTICCIO risale a due giorni fa, quando la Corte dei conti dà la notizia della nomina a presidente della Commission­e che dovrà giudicare i candidati del magistrato Angelo Canale. La nomina si è resa necessaria dopo che il 29 dicembre scorso Angelo Buscema è stato nominato presidente della Corte dei conti. Buscema il 21 giugno 2017 era stato nominato presidente della Commission­e esaminatri­ce del concorsone. L’incompatib­ilità evidente ha fatto sì che il Consiglio di presidenza riunito scegliesse un nuovo giudice. La ruota della fortuna così ha tirato fuori il nome di Canale, presidente della III Sezione centrale di appello della Corte dei conti. Ecco allora il punto. Angelo Canale, che tra un giorno sarà chiamato a esaminare le prove scritte, è anche all’interno di un gruppo di docenti della casa editrice Giuffrè, che prepara gli allievi proprio per il concorso per diventare giudice contabili. La cosa, che costituisc­e un potenziale conflitto e rischia di inficiare l’esito del concorso, evidenteme­nte è sfuggita a Buscema e al Con- siglio di presidenza. Canale come si legge sul sito della Giuffrè Formazione, fa parte di un “corpo docente composto da autorevoli magistrati della Corte dei conti”. Lo stesso Canale solo poche settimane fa ha tenuto due corsi. Ora la notizia ha messo in allarme i candidati. Alcuni di loro, a quanto risulta al Fatto, stanno valutando l’ipotesi di un esposto alla Procura di Roma.

E CHE LA SITUAZIONE non sia delle più trasparent­i lo si comprende leggendo una delibera dell’Anac del 1º marzo 2017. L’Anac cita inizialmen­te l’articolo 51 del codice di proce- dura civile sull’astensione del giudice. Particolar­e che non riguarda Canale. Nelle righe successive, però, spiega: “Si registra anche un orientamen­to giurisprud­enziale di prime cure, formatosi a seguito de ll’adozione della legge 190/2012 (legge sulla corruzione, ndr) a tenore del quale tale ultima disposizio­ne avrebbe introdotto un più generale obbligo di astensione, comprensiv­o di qualsiasi potenziale situazione di conflitto di interessi che possa inficiare il buon andamento e l’imparziali­tà della Pubblica amministra­zione”. Il passaggio è chiaro: la situazione di Canale, assieme commissari­o di esame e docente per la preparazio­ne dello stesso, è contraria a quanto scritto dall’Anac.

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Ansa Il giudice Angelo Canale

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