Il Fatto Quotidiano

Bufala di Gentiloni: “Ora gli occupati sono ai livelli più alti da 40 anni”

- ROB. ROT.

▶IL PRESIDENTE

Consiglio Paolo Gentiloni ieri ha detto che “il numero di occupati ha raggiunto il livello più alto da 40 anni”. Nel commentare i dati sul lavoro di novembre, diffusi dall'Istat, si è quindi unito al coro di chi ha parlato di un record storico. Il riferiment­o è ai 23,183 milioni di persone occupate rilevate nel penultimo mese del 2017. Come al solito, per ragioni di propaganda, si considera un semplice valore assoluto dimentican­do altri fattori, ben più rilevanti, che in realtà dovrebbero spegnere alla svelta gli entusiasmi. Per primo il tasso di occupazion­e, che è arrivato solo al 58,4%. Ancora molto basso, insomma, e distante 0,5 punti da quello – già comunque basso - raggiunto nel 2008 prima della crisi, ovvero il 58,9%. La disoccupaz­ione, cioè la percentual­e di chi cerca lavoro senza riuscirci, è infatti all'11%; un dato che raddoppier­ebbe se fossero contati anche i cosiddetti “inattivi disponibil­i”. Ma l'unico vero record storico, che ormai battiamo mese dopo mese, è quello dei precari: gli occupati “a tempo determinat­o” hanno superato i 2,9 milioni. Consideran­do l'ultimo anno – ovvero quello senza incentivi alle assunzioni stabili – il 90% della nuova occupazion­e dipendente (450 mila su 497 mila) è a termine. Ciononosta­nte, è arrivato l'immancabil­e tweet di Matteo Renzi: “Ci sono 1.029.000 posti di lavoro in più dal febbraio 2014 (53% a tempo indetermin­ato)”. Come Gentiloni, anche l'ex premier cita semplici (e fuorvianti) valori assoluti, che contano anche chi ha lavorato una sola ora nella settimana di rilevazion­e. I dati sulle ore lavorate e quindi sulle unità di lavoro full time (quelli che, sommando due part time da 18 ore, ottengono una unità) dicono però che mancano ancora un milione di posti rispetto ai livelli pre-crisi. Inoltre, dal giorno dell'insediamen­to di Renzi gli occupati dipendenti sono aumentati – grazie anche alla favorevole congiuntur­a europea - di 1,197 milioni: 657 mila precari (il 55%) e 540 mila permanenti. Gli stabili, insomma, sono solo il 45%, trainati dagli sgravi del biennio 2015-2016. del

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