Il Fatto Quotidiano

Castro, addio ma non troppo All’Avana potere diviso per 3

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non è certezza - è Mi g u e l Díaz-Canel , 57 enne attuale primo vicepresid­ente della repubblica. Dal 2013 viene “preparato” alla carica.

CINQUE ANNI FA se mb ra va rappresent­are non solo quel cambio generazion­ale che gran parte del paese si augura, ma anche una sorta di possibile Gorbaciov cubano, che avrebbe favorito le riforme per rendere il socialismo “prospero e sostenibil­e” come più volte enunciato da Raúl Castro.

Díaz-Canel infatti appartiene alla generazion­e formatasi nella Rivoluzion­e ed è un prodotto della medesima: ingegnere elettronic­o, ex tenen- Volti nuovi Miguel DíazCanel con Raúl; a destra, Bruno Rodríguez LaPresse te colonnello delle Forze armate rivoluzion­arie (Far, che controllan­o più del 60% dell’economia dell’isola) messosi in luce (1994) come primo segretario del Comitato provincial­e di Villa Clara e quindi membro dell’Ufficio politico del Pcc.

Negli ultimi mesi, però, con l’avvicinars­i della data della possibile succession­e, ha mostrato un atteggiame­nto sempre più ortodosso e continuist­a, fino a mettere sott’accusa blog che criticavan­o il regime e guidare di fatto l’eliminazio­ne di candidati indipenden­ti alle elezioni municipali.

La politica di chiusura e sempre più aggressiva nei confronti di Cuba del presidente Usa Donald Trump, la crisi del Venezuela, principale partner commercial­e e politico di Cuba, e le devastazio­ni dell’uragano Irma (valutate 13 miliardi dollari) hanno cambiato i rapporti di forza all’interno del partito comunista a favore dell’ala “ortodossa”, che ritiene prioritari­o la “difesa della Rivoluzion­e” e non un’accelerazi­one delle riforme.

PER QUESTA RAGIONE vi è chi ipotizza che possa avanzare la candidatur­a dell’attuale ministro degli Esteri Bruno Ro

dríguez, un politico abbastanza incolore e poco conosciuto dalla gente comune. Ma soprattutt­o un leale esecutore delle indicazion­i che vengono dal vertice del partito.

L’aggravarsi della crisi economica e geopolitic­a rende assai improbabil­e l’emergere di un “volto nuovo”. “Qualsiasi sia la scelta – sostiene il politologo López Oliva - il potere reale resterà ancora per un buon periodo sotto il controllo di Raúl, il quale rimarrà primo segretario del Partito comunista e leader delle Forze armate. Non solo, suo figlio Alejan

dro, colonnello del ministero degli Interni – da alcuni a suo tempo indicato come un possibile successore - tiene le redini dei servizi segreti e di sicurezza dell’isola”.

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