IL LUTTOEsteta Addio all’a-conformista Perniola
E filosofo, è scomparso ieri a Roma. Aveva 76 anni
Èdifficile
scrivere un necrologio per una delle menti più vive e vitali che abbiano arricchito il pensiero contemporaneo. Mario Perniola, morto ieri a Roma a 76 anni, è stato uno degli ultimi tedofori de ll’estetica e della filosofia del Novecento.
NATO AD ASTI ne l 1941 e “sceso” a Roma, dove ha insegnato Estetica, nel pieno del furore ideologico, da vero atleta del pensiero schivò le avanguardie, il crollo del pensiero forte e il trionfo del debole, per imporsi tra gli anni 80 e i 90 con una teoria di sag- gi, uno più bello dell’altro, con una originalità e un’accelerazione capaci di squarciare il tendone da circo dell’accademia italiana. Da Transiti aDel sentire, fino al suo capolavoro, Il sex appeal dell’inorgan i co (tutti Einaudi), espressione presa a Walter Benjamin ed “espansa” sui prodotti della post-modernità (la tv, il cyberspazio, i panorami organici rivelati dalle endoscopie), Perniola fu il primo ad accorgersi del magnetismo che la merce virtuale esercita sul nostro desiderio, divenuto una sorta di “sentire neutro”.
Lirico, febbrile, ironico e a-conformista ( più che anticonformista), non ha mai ri- nunciato a criticare la fatuità del contemporaneo, fino all’invettiva (scrisse in Contro la comunicazione: “La comunicazione è l’opposto della conoscenza. È nemica delle idee perché le è essenziale dissolvere tutti i contenuti. Nel suo rivolgersi direttamente al pubblico, saltando tutte le mediazioni, essa ha un’apparenza democratica, ma è in realtà una forzatura che omologa ogni differenza”, lezione di cui dovrebbero far tesoro i nostri governanti). Estraneo al pensiero irrigidito ufficiale e a quello divistico dei filosofi-showmen, portatore di un’immaginazione aurorale di fronte al divenire, Perniola negli ultimi tempi stava riflettendo sull’ident ità francese dopo la vittoria di Macron. Aveva appena completato una autobiografia, che sarà bello leggere.
Ci siamo abituati a certe notizie Le ideologie dividono, perciò faccio parlare un ragazzino: mette tutti d’accordo