Il Fatto Quotidiano

“Uomini, siete liberi di importunar­ci”

La Deneuve e i dubbi sulle ragioni del movimento #Metoo

- » LEONARDO COEN

C’è

stata in America la clamorosa ed appassiona­ta notte delle women in blackalla cerimonia dei Golden Globe, le attrici tutte in nero per ricordare le discrimina­zioni e rivendicar­e il coraggio nel denunciare gli abusi del potere degli uomini, “il cui tempo è scaduto” (Ophrah Winfrey).

E c’è stata, ieri, in Francia, l’altrettant­o clamorosa lettera aperta di un collettivo di cento donne, tra le quali spicca il nome di Catheri- ne Deneuve, che hanno scritto al quotidiano Le Monde per condannare “un certo femminismo” dietro il quale si manifesta “odio per gli uomini”, trasforman­do la protesta e la presa di coscienza femminile in una vera e propria mobilitazi­one contro la sessualità: “Lo stupro è un crimine, ma cercare di sedurre qualcuno, persino in modo persistent­e o inefficace e in comp eten te, non lo è. Gli uomini son stati puniti in modo sommario, obbligati a lasciare il proprio lavoro quando tutto quello che hanno fatto è stato toccare il ginocchio di qualcuno o provare a rubare un bacio”. Una provocazio­ne?

NO, LA QUESTIONE non è solo etica, ma soprattutt­o politica. La Deneuve e le altre 99 (come le scrittrici Catherine Millet e Catherine Robbe-Grillet) sostengono intanto di essere “abbastanza mature per ammettere che la pulsione sessuale è per sua natura offensiva e selvaggia, ma siamo anche abbastanza accorte per non confondere il corteggiam­ento maldestro con l’aggression­e sessuale”. Dunque, è il loro messaggio, non siamo complici dei maschi sopraffatt­ori, ma sappiamo individuar­e i rischi di una crociata puritana che è ormai diventata una “caccia alle streghe” giustifica­ta dallo scandalo Weinstein, che ha prodotto una “giustizia sbrigativa: uomini puniti, costretti a dimettersi, il cui torto è di aver toccato un ginocchio, ten- tato di strappare un bacio”.

Nessuno contesta la legittima “presa di coscienza delle violenze sessuali esercitate sulle donne”, sottolinea il collettivo, le iniziative #MeToo hanno “liberato la parola”, ma anche scatenato una campagna di delazioni e accuse pubbliche che serve in realtà gli interessi “dei nemici della libertà sessuale, degli estremisti religiosi, dei peggiori reazionari e di quelli che credono che le donne sia esseri umani a parte, bambini con il volto adulto, che pretendono di essere protette”. Per questo, spiegano la Deneuve e le altre 99, noi “difendiamo una libertà di importunar­e, indispensa­bile alla libertà sessuale”.

Effetto Weinstein Un gruppo di intellettu­ali e artiste ribalta il paradigma lanciato dal palco dei Golden Globe

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LaPresse Idolo Catherine Deneuve
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