Cantone, il caso Spelacchio è tuo
L’albero costa come due
Un solo grido, un solo allarme: arrestate Spelacchio. Povero albero: non solo era meno avvenente di Orfini, che di per sé è frustrante parecchio. Adesso vogliono pure infierire giuridicamente sulle sue mortali spoglie: non si uccidono così neanche i cavalli, figuriamoci gli abeti esposti alla gogna di piazza Venezia. Eppure la notizia è così forte da essersi guadagnata ieri l’apertura di molti siti: Cantone indaga su Spelacchio. I capi d’accusa, oltremodo empi, sono due.
Il Comune di Roma avrebbe affidato il servizio – grosso modo – alla stessa cifra per la quale nel 2015 allestì due abeti. Capito il crimine? Quei turpi dei grillini avrebbero addirittura pagato Spelacchio quanto due abeti. Roba grossa. Inoltre, nel corso degli ultimi tre anni, il servizio di trasporto, posizionamento e rimozione dell’abete sarebbe stato sempre affidato alla stessa ditta, senza rispettare il principio di rotazione. Sono queste le principali criticità che Anac ha rilevato, al termine di una verifica partita da un esposto presentato all’Autorità. Ne consegue che Spelacchio deve morire, anche se nel frattempo è già morto.
La legge è legge, Cantone deve fare quel che ha fatto e magari tutto questo è solo un altro inciampo della giunta Raggi, che quando c’è da farsi gli sgambetti da sola ha pochi rivali e sembra Messi. Può essere. Eppure si ha la sensazione di un continuo aver perso la misura. Di dare importanza (mediatica) al nulla, ancor più se quel nulla è funzionale ai soliti noti: ovvero Renzi. Vien poi da commuoversi nel notare come, per molti, la condotta disdicevole del vile Spelacchio sia da ritenersi assai più abietta, e dunque più rilevante, della soffiata da 600mila euro a De Benedetti (giusto per dirne una). L’Italia è un paese meraviglioso, e lo sarebbe ancor più se la smettesse di voler essere a tutti i costi il Perenne Regno di Sottosopra, dove tutto è capovolto e se qualcuno osa farlo notare è lui a sbagliare: mica gli altri. Poveri noi. Ma più che altro povero Spelacchio.