Colangelo: “Mai violazioni del riserbo da Woodcock”
“Sino a quando sono stato procuratore della Repubblica di Napoli posso dire che non vi sono state violazioni del dovere di riserbo da parte di Woodcock con la stampa e non vi è stata alcuna tensione tra le procure di Napoli e Napoli e Roma. E in relazione alla mancata iscrizione di Filippo Vannoni, a differenza di quanto avvenuto nei riguardi dei generali (Tullio Del Sette ed Emanuele Saltalamacchia, ndr) e del ministro (Luca Lotti, ndr), non ricordo se Woodcock e Carrano mi abbiano riferito alcunché ”. Sono alcuni passaggi salienti dell’audizione di Giovanni Colangelo, procuratore capo di Napoli fino al febbraio 2017, ascoltato il 19 settembre dal sostituto procuratore generale Mario Fresa. Il verbale di sette pagine è agli atti del procedimento disciplinare a carico dei pm di Napoli che hanno aperto il caso Consip, Henry John Woodcock e Celestina Carrano. Sono accusati di aver commesso con "inescusabile negligenza" una "grave violazione" dei diritti di difesa di uno degli indagati Consip, l’ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni, omettendone l’iscrizione ( anche lui, come Del Sette, Saltalamacchia e Lotti, fu chiamato in causa dall’ex ad di Consip Luigi Marroni come una delle fonti dell’esistenza di una inchiesta secretata in corso), e ieri è stata fissata al 19 febbraio l’udienza davanti alla sezione disciplinare del Csm. Woodcock deve difendersi da un ’ ulteriore contestazione: aver tenuto "un comportamento gravemente scorretto" nei confronti del procuratore Fragliasso e dei pm di Roma, per alcune considerazioni riportate da Liana Milella su Repubblica. La giornalista le attribuì al pm di Napoli come colloqui con colleghi della Procura. “Ignoravo che avesse rapporti di frequentazione con Milella, come mi viene in questa sede rappresentato” dice Colangelo.