Milano, le ex allieve convocate in Procura
Testimoni Le borsiste sono 15, spesso erano invitate a lasciare i fidanzati. L’unico uomo ha un parente nelle istituzioni
Dopo Piacenza e Bari, ora anche la Procura di Milano accelera i tempi sulla vicenda del consigliere di Stato Francesco Bellomo. Il fascicolo, coordinato da due pubblici ministeri, è incardinato ma senza notizia di reato e senza indagati. I magistrati prima di fare passi ufficiali vogliono prima ascoltare le ex borsiste dei corsi preparatori all’esame per entrare in magistratura tenuti da Bellomo. Gli interrogatori sono già fissati.
IL PRIMO CHE DOVEVAtenersi domani è invece slittato a fine mese. Al quarto piano della Procura così sarà sentita come persona informata sui fatti una ragazza che ha frequentato i corsi di Bellomo all’hotel Visconti Palace. Si tratta di una giovane donna originaria del sud Italia. Alla fine del 2015 viene contattata da Bellomo e invitata per uno dei suoi noti colloqui riservati. Qui il magistrato le chiede se vuole essere messa in prova. Si tratta dell’anticamera per diventare borsista. Lei accetta. Ed è in quel momento che iniziano le pressioni. In particolare, l’o- biettivo di Bellomo è quello di farle lasciare il fidanzato. Che, peraltro, fa il calciatore in una serie minore e dunque esce drammaticamente dai canoni del metodo Bellomo. Passa un mese e la ragazza decide di rinunciare. Molla tutto e se ne torna nella sua regione. Poche settimane fa, poi, le arriva la comunicazione telefonica da parte della polizia giudiziaria della Procura.
IL SUO NOME è stato individuato in una lista ristretta di borsiste. Secondo quanto risulta al Fatto, in totale i nomi, tra Milano, Roma e Bari, non vanno oltre i 15. Quasi tutte sono ragazze. In un solo caso Bellomo ha proposto a un ragazzo di diventare borsista. Scelta non a caso, visto che il fortunato è parente di una importante figura istituzionale. L’in- terrogatorio di fine mese, però, non sarà l’unico.
La sfilata delle borsiste di Bellomo a Milano proseguirà con almeno altri tre nomi. Una di loro, che oggi risiede in Lombardia, entra in contatto con Bellomo all’inizio del gennaio 2016. In quel periodo, infatti, il consigliere di Stato ancora su Milano non ha trovato le sue preferite. E così, fallito il tentativo con la prima ragazza, ripiega su altre. In questo momento, a margine dei corsi al Visconti Palace, Bellomo tiene colloqui riservati con alcune ragazze. Una di loro è quella residente in Lombardia. Lui le propone la prova. Lei accetta. E la storia delle pressioni ricomincia. La ragazza poi è felicemente fidanzata e anzi sta facendo i preparativi per il matrimonio. In questo caso il fidanzato non è un calciatore, ma un giovane che lavora nel mondo dell’edilizia. Figura professionale anche questa fuori dallo schema di Bellomo. Quoziente intellettivo basso. Risultato: anche lei deve lasciarlo. In più Bellomo le dà un termine per accettare. Lei alla fine rinuncerà. E arriviamo così alla terza testimonianza che nelle prossime settimane i pm metteranno a verbale.
QUI LA VICENDA si fa ancora più drammatica e risale all’anno scorso. Bellomo, infatti, inizia la sua tecnica persuasiva. Tra i vari metodi c’è quello di chiamare la ragazza dalle 9 di sera e di tenerla al telefono fino alle 3 di notte. Alla fine anche questa terza borsista abbandona. Ve ne è poi una quarta, il cui profilo resta ancora ignoto e che alla fine accetterà di entrare nel cerchio magico delle borsiste. Quelle che Bellomo si portava dietro durante le elezioni. Quelle che stavano sempre in prima fila.
I compagni “sgraditi” Un calciatore e uno che lavorava nell’edilizia: quoziente intellettivo troppo basso
I loro racconti
I colloqui per la borsa viravano subito su vicende private: alcune rinunciavano, altre no