Tra politica e toga, il gip dell’insider trading
L’inchiesta
che vede indagato Gianluca Bolengo, il broker incaricato da Carlo De Benedetti di investire 5 milioni su azioni delle banche popolari, dopo aver saputo da Matteo Renzi che sarebbe andato in porto il decreto sulla loro trasformazione in Spa, è nelle mani del gip di Roma Gaspare Sturzo.
Pronipote di don Luigi Sturzo, a lui toccherà decidere se accogliere la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Stefano Pesci, chiedere un supplemento d’indagine o, addirittura, un’imputazione coatta. Non si tratta dell’unica inchiesta di grande rilievo sottoposta al suo vaglio. Ap- pena ieri, per esempio, Sturzo ha accolto la richiesta di proroga d’indagine del “c as o C on si p” sul ministro dello Sport Luca Lotti, sul padre dell’ex premier Tiziano Renzi, sull’ex comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette, il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia, l’ex parlamentare Italo Bocchino e gli imprenditori Alfredo Romeo e Carlo Russo.
È STATO sempre Sturzo a firmare l’interdittiva con la quale – siamo ancora una volta nel caso Consip – sono stati sospesi dal servizio per un anno il maggiore Gianpaolo Scafarto e il colonnello Alessandro Sessa, entrambi ex ufficiali del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri. Nato nel 1962, figlio di Francesco, che fu presidente della Provincia di Palermo negli anni Settanta, Sturzo entra in magistratura nel 1989, come pm della Procura di Termini Imerese prima e di Palermo poi. Sette anni dopo, passa alla Direzione di- strettuale antimafia del capoluogo siciliano e, tra i risultati investigativi raggiunti, si contano il coordinamento delle ricerche di Bernardo Provenzano e le dichiarazioni raccolte, come collaboratore di giustizia, del “ministro dei lavori pubblici di Cosa Nostra”, Angelo Siino. È sempre Sturzo che coordina le indagini che portano all’arresto del capomafia Benedetto Spera.
NEL LUGLIO 1999 chiede la condanna a 4 anni, con l’accusa di finanziamento illecito ai partiti, del vicepresidente del Consiglio, Sergio Mattarella, oggi presidente della Repubblica, che fu però assolto perché la legge puniva solo i finanziamenti in nero sopra i 5 mi- lioni. Dal 2001 passa alla funzione giudicante, a Tivoli, dove svolge l’incarico di presidente vicario del Tribunale e nel
2004 entra nel Dipartimento Affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri dove, un anno dopo, si occupa di predisporre il testo unico delle disposizioni sulla prevenzione del riciclaggio. Tra i suoi incarichi, si conta anche quello di consigliere giuridico dell’Al to Commissariato per la prevenzione e il contrasto alla corru- zione, la partecipazione alla Commissione paritetica Stato–Regione per l’attuazione dello Statuto speciale siciliano. Nel 2012 si candida alle regionali siciliane con una sua lista civica, “Italiani Liberi e Forti. Sturzo Presidente”, che raccoglie lo 0,9% ( 19.248 voti). Abbandonata la politica, torna a indossare la toga, diventando prima consigliere fuori ruolo in Corte d’appello e, infine, gip della Procura di Roma.
In prima linea Ieri ha detto sì ai magistrati romani su papà Renzi e Lotti. Nel 2012 si candidò alle Regionali in Sicilia