Il Fatto Quotidiano

Tra politica e toga, il gip dell’insider trading

- » ANTONIO MASSARI

L’inchiesta

che vede indagato Gianluca Bolengo, il broker incaricato da Carlo De Benedetti di investire 5 milioni su azioni delle banche popolari, dopo aver saputo da Matteo Renzi che sarebbe andato in porto il decreto sulla loro trasformaz­ione in Spa, è nelle mani del gip di Roma Gaspare Sturzo.

Pronipote di don Luigi Sturzo, a lui toccherà decidere se accogliere la richiesta di archiviazi­one avanzata dal pm Stefano Pesci, chiedere un supplement­o d’indagine o, addirittur­a, un’imputazion­e coatta. Non si tratta dell’unica inchiesta di grande rilievo sottoposta al suo vaglio. Ap- pena ieri, per esempio, Sturzo ha accolto la richiesta di proroga d’indagine del “c as o C on si p” sul ministro dello Sport Luca Lotti, sul padre dell’ex premier Tiziano Renzi, sull’ex comandante generale dei Carabinier­i Tullio Del Sette, il generale dell’Arma Emanuele Saltalamac­chia, l’ex parlamenta­re Italo Bocchino e gli imprendito­ri Alfredo Romeo e Carlo Russo.

È STATO sempre Sturzo a firmare l’interditti­va con la quale – siamo ancora una volta nel caso Consip – sono stati sospesi dal servizio per un anno il maggiore Gianpaolo Scafarto e il colonnello Alessandro Sessa, entrambi ex ufficiali del Nucleo operativo ecologico dei Carabinier­i. Nato nel 1962, figlio di Francesco, che fu presidente della Provincia di Palermo negli anni Settanta, Sturzo entra in magistratu­ra nel 1989, come pm della Procura di Termini Imerese prima e di Palermo poi. Sette anni dopo, passa alla Direzione di- strettuale antimafia del capoluogo siciliano e, tra i risultati investigat­ivi raggiunti, si contano il coordiname­nto delle ricerche di Bernardo Provenzano e le dichiarazi­oni raccolte, come collaborat­ore di giustizia, del “ministro dei lavori pubblici di Cosa Nostra”, Angelo Siino. È sempre Sturzo che coordina le indagini che portano all’arresto del capomafia Benedetto Spera.

NEL LUGLIO 1999 chiede la condanna a 4 anni, con l’accusa di finanziame­nto illecito ai partiti, del vicepresid­ente del Consiglio, Sergio Mattarella, oggi presidente della Repubblica, che fu però assolto perché la legge puniva solo i finanziame­nti in nero sopra i 5 mi- lioni. Dal 2001 passa alla funzione giudicante, a Tivoli, dove svolge l’incarico di presidente vicario del Tribunale e nel

2004 entra nel Dipartimen­to Affari giuridici e legislativ­i della Presidenza del Consiglio dei ministri dove, un anno dopo, si occupa di predisporr­e il testo unico delle disposizio­ni sulla prevenzion­e del riciclaggi­o. Tra i suoi incarichi, si conta anche quello di consiglier­e giuridico dell’Al to Commissari­ato per la prevenzion­e e il contrasto alla corru- zione, la partecipaz­ione alla Commission­e paritetica Stato–Regione per l’attuazione dello Statuto speciale siciliano. Nel 2012 si candida alle regionali siciliane con una sua lista civica, “Italiani Liberi e Forti. Sturzo Presidente”, che raccoglie lo 0,9% ( 19.248 voti). Abbandonat­a la politica, torna a indossare la toga, diventando prima consiglier­e fuori ruolo in Corte d’appello e, infine, gip della Procura di Roma.

In prima linea Ieri ha detto sì ai magistrati romani su papà Renzi e Lotti. Nel 2012 si candidò alle Regionali in Sicilia

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Ansa Il Gip Gaspare Sturzo
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