Aumenti stellari al casello I pendolari contro Delrio
Sull'autostrada valdostana rincari del 53%, sull’A24 e A25 tariffe su del 13%
Non era mai successo che per i pedaggi ai signori delle autostrade fosse concesso più di quanto chiedevano. C'è voluto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio per compiere il prodigio. Le maggiori tratte hanno subito aumenti consistenti all'inizio dell'anno: sulla Torino-Milano, per esempio, gli automobilisti devono pagare l'8,34% in più, il 4,69 sulla Brescia-Bergamo Milano, il 5,71 per il traforo del Frejus, quasi il 6 per la Napoli-Salerno, il 4,31 per la Tangenziale di Napoli. In media i rincari concessi sono del 2,7%, ma su alcune autostrade sono stellari, molto più alti di quanto gli stessi concessionari si aspettavano. È il caso delle autostrade laziali e abruzzesi del gruppo Toto e della Rav, il tratto che collega Aosta al Monte Bianco gestito dalla Regione Val d'Aosta, Anas e Autostrade per l'Italia dei Benetton.
SULLA A24 e A25 tra Roma, L'Aquila e Pescara il rincaro al casello è di circa il 13% (12,8 per la precisione) mentre sull'autostrada valdostana arriva fin quasi al 53. In entrambi i casi gli automobilisti stanno protestando con rabbia; nel Lazio e in Abruzzo in particolare dove le autostrade vengono usate soprattutto per motivi di lavoro da pendolari che si spostano quotidianamente da e verso Roma e per i quali la novità incide davvero sui bilanci familiari, è stata lanciata una raccolta di firme su Change.org con la quale viene chiesta al premier, Paolo Gentiloni, la revoca della concessione al gruppo Toto.
C'è una storia dietro ai rincari assurdi delle autostrade abruzzesi e valdostane. Tutto comincia con i ricorsi dei con- cessionari al Tar per ottenere quegli adeguamenti tariffari che dal loro punto di vista non erano stati correttamente concessi negli anni passati. In entrambi i casi i magistrati amministrativi e poi il Consiglio di Stato avevano dato ragione ai concessionari. Nel caso di Toto i giudici erano andati addirittura più in là ingiungendo al ministro con una sentenza della fine di luglio 2017 di risolvere la faccenda nel giro di 30 giorni al termine dei quali, in assenza di un intervento concreto, al suo posto sarebbe stato nominato dal Ragioniere dello Stato un commissario che avrebbe dovuto provvedere alla determinazione delle nuove tariffe.
I magistrati ovviamente non avevano stabilito l'entità dell'incremento, avevano soltanto sollecitato il ministro a non mettere la testa sotto la sabbia riconoscendo che il problema dell'adeguamento c'era e che andava in qualche modo affrontato. Nella sentenza i magistrati avevano suggerito la strada con moderazione, scrivendo che il coefficiente di calcolo per il rincaro dei pedaggi proposto da Toto “appare assai rilevante, a fronte dell’attuale situazione di crisi economico-finanziaria nazionale, ma l’amministrazione avrebbe dovuto procedere all’individuazione dell’adeguamento tariffario con modalità diverse, cercando di contemperare le esigenze della collettività e, in particolare, degli utenti delle società concessionarie autostradali, con quelle delle medesi- me concessionarie”.
In sostanza i magistrati invitavano Delrio a fare il suo mestiere affrontando la faccenda con un approccio da politico, anche se tardivo, per cercare di risolverla. Toto del resto non aspettava altro che un cenno del ministro, sapeva benissimo che era impensabile e neanche auspicabile ottenere tutto d'un colpo un aumento dei pedaggi che inglobasse in pieno gli arretrati perché il rincaro sarebbe stato così elevato da compromettere i suoi stessi interessi scoraggiando l'uso delle autostrade.
I DIRIGENTIdel gruppo abruzzese puntavano a un aumento al casello intorno al 6-7% massimo e alla fine si sarebbero pure accontentati di qualche punto in meno. Grazie all'incaponimento di Delrio hanno avuto il doppio. Mentre spargeva a piene mani regali ad Autostrade per l'Italia dei Benetton e alla Sias dei Gavio con allungamenti miliardari delle concessioni, il ministro ha ripetutamente sbattuto la porta in faccia a Toto. La faccenda dell'aumento dei pedaggi è diventata a quel punto un affare burocratico condotto dal nuovo direttore ministeriale per la vigilanza sulle autostrade, Vincenzo Cinelli, e da Elisa Grande del Dipartimento infrastrutture. Fatti asetticamente i conti, gli aumenti spettanti a Toto e alle autostrade valdostane erano del 13 e del 53%. Grazie a Delrio gli automobilisti sono serviti.
Brindisi a due corsie I concessionari avevano vinto il ricorso al Tar e al Consiglio di Stato