Fazio e Vespa? No, Ginger e Fred nel varietà delle elezioni tv
Fabio Fazio e Bruno Vespa, vite parallele. Sono giunti assieme ne ll’aula degli imputati ( in quanto “artisti”, non dovrebbero invitare i politici), ma è da mo’ che danzano all’unisono come Ginger e Fred – il conduttore che volle farsi giornalista e il giornalista che si fece ciambellano –, impegnati a dissolvere la politica nello show, trasformare in popstar i leader (l’unica cosa di cui gli frega). Non uomini di parte, ma artisti dell’accoglienza, artigiani della qualità: la poltrona è il messaggio. Fabio ha dato la linea; a Che tempo che fa Pietro Grasso mostra il simbolo di del partito come Jovanotti la copertina del nuovo album; Vespa ha mangiato la foglia e ha preso a circondare il politico di cortigiani, soubrette, dietologi. Manca la signorina della manicure. Arriverà.
È davvero ingenuo pensare che si potessero escludere dalla campagna elettorale; tutta la Rai1 renziana poggia sui due gemelli diversi proprio in vista della scadenza. Per questo Fabio è stato trascinato dalla terza alla prima rete (come Renzi ha trascinato il Pd nella Dc), e ogni voce dissonante è stata silenziata. Ma perché proprio loro? Lo spiega Antonio Ricci a Luigi Galella in Me tapiro (Mondadori), libro di strisciante attualità: “Vespa, un mutante, te ne accorgi dal fatto che i nei sul volto si spostano. Una volta appariva la scritta Dc, invece adesso… Ma c’è anche Fabiessa la Platessa, che avvolge tutto in una melassa indistinta. Curcio e Barbapapà sono la stessa cosa: figurine da collezionare”.