Stop Whirlpool, addio 500 posti
L’Embraco annuncia la fine della produzione in Italia: lo stabilimento di Riva di Chieri (Torino) verrà chiuso. Azienda convocata al ministero dello Sviluppo
“Non possiamo permettere a una multinazionale come la Whirpool di abbandonare un territorio in questa maniera”, lasciando a casa più di 500 lavoratori e continuando a sfruttare nei suoi stabilimenti slovacchi, cinesi e brasiliani le tecnologie e i brevetti creati in Italia. Lo dicono Lino La Mendola e Ugo Bolognesi della Fiom al termine dell’incontro di ieri all'Unione industriale di Torino tra i rappresentanti della Embraco e i sindacati. In questa occasione l’azienda del gruppo Whirlpool (per il quale costruisce i compressori dei frigoriferi) ha dichiarato di voler azzerare la produzione in Italia nel 2018, portata avanti nel solo stabilimento di Riva di Chieri, dove verranno licenziati 497 dipendenti su 537. Continuerà invece a sfruttare i brevetti e il know how acquisiti a metà anni Ottanta con l’acquisizione dell’Aspera (fondata nel 1967 dagli Agnelli, passata poi alla Zanussi e infine alla Whirlpool) che nei periodi migliori aveva due stabilimenti e 2.200 dipendenti. Ieri i sindacati hanno appreso che quella di fermare la produzione in Italia è una decisione strategica per l’E mbraco. “L’azienda continua nella sua posizione intransigente e, nonostante la nostra disponibilità a percorrere tutte le strade per salvaguardare l'occupazione, scarta a priori la possibilità di mantenere anche solo una parte della produzione nel sito di Riva di Chieri”, dichiarano Dario Basso, segretario generale della Uilm di Torino, e Vito Bene- vento, responsabile Embraco per la Uilm. “Embraco produce 40 milioni di compressori nel mondo, farne anche solo meno del 5% in Italia, dopo aver preso tutto il know how e i brevetti che hanno fatto diventare Embraco quello che è oggi, è un debito che il gruppo deve onorare verso questo Paese”, aggiungono i rappresentanti della Fiom. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda giovedì prossimo incontrerà nuovamente i vertici dopo l’incontro tra i manager e il ministero del Lavoro. In quell’occasione il ministro valuterà la situazione e le eventuali iniziative da assumere.
L’ira dei sindacati I brevetti sfruttati dal Gruppo per crescere sono stati creati in Italia”