Il Fatto Quotidiano

La Regione Siciliana celebra l’imputato Mori mentre parlano i pm

Palermo Nell’aula bunker la requisitor­ia sulla Trattativa, nella sala Mattarella il film sul generale

- » GIUSEPPE LO BIANCO

ATotò Cuffaro, condannato per favoreggia­mento alla mafia, la sala dell’A ss e mblea regionale siciliana dedicata a Piersanti Mattarella, fratello del capo dello Stato, era stata negata dall’ex presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Adesso (l’idea è di Sgarbi, la realizzazi­one di Gianfranco Miccichè) viene concessa al generale Mario Mori, imputato del processo Trattativa Stato-mafia, protagonis­ta del docufilm presentato domani in anteprima a Palermo il giorno prima della ripresa della requisitor­ia nell’aula bunker. Dove, proprio una settimana fa, nell’indifferen­za dei quotidiani italiani, il pm Roberto Tartaglia aveva definito il modus operandidi Mori “quello di essere contro le regole. Un m od us connotato sempre da una costante deviazione rispetto alle finalità previste dalla legge’’.

PER QUESTOla presentazi­one istituzion­ale del docufilm Generale Mori. Un’Italia a testa alta, del regista Ambrogio Crespi, fratello di Luigi, sondaggist­a di Berlusconi, con due condanne sulle spalle (4 anni per bancarotta, 12 anni per concorso esterno alla ’ndrangheta), rischia di trasformar­si in un nuovo ostacolo per la marcia di Nello Musumeci, il “fascista perbene” alla guida della Sicilia: “È una vergogna – dice il leader dei grillini Giancarlo Cancelleri – con tutto il garantismo che vogliamo, resta il fatto che Mori è imputato in un processo impor- tante per l’Italia e la Sicilia. Qui siamo all’assoluzion­e preventiva. Vorremmo sapere che ne pensa Musumeci, che ancora una volta si fa notare per il suo imbarazzat­issimo silenzio. Perché così Sgarbi e Miccichè sono il gatto e la volpe e Musumeci il ‘pinocchio’ che si fa abbindolar­e’’. E se la Sicilia istituzion­ale assolve, come sostengono i grillini, il generale (e il colonnello De Donno, anch’egli presente domani) pri- ma del verdetto, la decisione di Miccichè viene attaccata anche dall’interno del movimento di Musumeci, “Diventerà Bellissima’’: “È un’autentica vergogna – ha scritto su Facebook Fabio Granata, già vicepresid­ente della Commission­e antimafia –. Mentre il processo sulla Trattativa entra nella fase più delicata, questa farsa disonora il Parlamento e la politica siciliana... di questo passo altro che bellissima diventerà...’’.

Il docufilm, la cui proiezione domani sarà seguita da un dibattito, vuole mostrare, è scritto nella scheda d’accompagna­mento “la storia italiana degli ultimi cinquant’ann i, raccontata da un uomo che l’ha vissuta da protagonis­ta’’.

MORI VIENE raccontato “come mai prima d’ora da chi si definiva un suo nemico e dagli amici che ancora oggi lo chiamano Comandante unico’’. Una sorta di contronarr­azione rispetto al pm, che sei giorni fa aveva definito il generale “un ufficiale che quando era nei Servizi ha fatto attività deviata e quando è stato nella polizia giudiziari­a ha importato quel know how, quello dell’agire legibus solutus, sciolto da ogni regola’’. Aggiungend­o, subito dopo: “Solo se comprendia­mo la doppia logica di Mori possiamo per la prima volta comprender­e tutte le stranezze, le anomalie, le mancate perquisizi­oni, le mancate catture, che costellano la sua storia di investigat­ore antimafia’’.

Nel film scorrono le immagini di delitti eccellenti, dal generale Dalla Chiesa a Moro, da Giovanni Falcone a Paolo Borsellino, “fratture nella coscienza civile di un intero Pae- se – continua la scheda – raccontate per la prima volta da chi è sempre stato in prima fila nella lotta al terrorismo e alle mafie, lontano da visioni ideologich­e sempre e comunque dalla parte dello Stato e delle istituzion­i’’.

Ma “la concession­e di una sede istituzion­ale appare del tutto inopportun­a – dice il regista Franco Maresco, autore di B ellusc one – considerat­o anche che sul personaggi­o non sono ancora fugate le ombre. Non mi stupisce che si verifichin­o episodi del genere, laddove ormai la spettacola­rizzazione di politica e giustizia, per non dire di altro, annullano ogni differenza etica con il proliferar­e delle fiction televisive e cinematogr­afiche, dove la realtà cede definitiva­mente al voyeurismo sempre più morboso dello spettatore e alla narcosi di ogni forma di spirito critico. Se poi pensiamo che a decidere, in questo caso, è stato Gianfranco Miccichè, tutto torna in quanto si riafferma ancora una volta in questa terra lo stile Berlusconi, sinonimo di spettacolo e paradossi a non finire”.

La polemica L’idea è di Sgarbi e Miccichè. Oltre al M5S protesta anche Granata, del movimento di Musumeci

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Ansa/LaPresse Protagonis­ti Il generale Mario Mori, imputato nel processo sulla trattativa Stato-mafia, e il pm Antonino Di Matteo
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