Il pranzo Romeo-Mazzillo e la calunnia su Di Maio
L’amico di T. Renzi: “Il grillino chiese a un dirigente dell’Istruzione favori per mamma e sorella”. Smentita dal Miur
Non conosco Di Maio, non conosco Carlo Russo e non ho una casa al mare: stupito da tutto ciò
LUCIANO CHIAPPETTA COSA INSEGNA L’AFFAIRE
Le intercettazioni irrilevanti penalmente, ma sensibili politicamente, vanno maneggiate con cura
INCROCI PERICOLOSI L’incontro e i rapporti tra Andrea Mazzillo, ex assessore della Raggi, e l’imprenditore Romeo
Quando il suo nome era stato trovato su un biglietto di Alfredo Romeo, a chi gli chiedeva spiegazioni Andrea Mazzillo – appena escluso dalle parlamentarie del Movimento 5 Stelle e allora assessore al Bilancio di Roma – replicava: “Conobbi Domenico Casalino (amico di Italo Bocchino, ndr) in occasione di un convegno al quale era relatore, in qualità di amministratore delegato di Consip. In seguito ci siamo visti altre volte, sempre per motivi professionali. Non conosco invece le ragioni per cui il mio nome fosse scritto su un foglio di carta attribuibile ad Alfredo Romeo”. Nella nuova edizione del libro Di padre in figlio (economica e in vendita solo nelle edicole delle maggiori città) c’è la risposta nel capitolo contenente notizie e intercettazioni inedite, riguardanti soprattutto Tiziano Renzi e il suo coindagato Carlo Russo. Tutte intercettazioni che la nuova legge del governo Gentiloni impedirebbe di pubblicare.
Nelle informative del Noe depositate nel 2017 dalla Procura di Roma troviamo due conversazioni che riguardano il Movimento 5 Stelle entrambe irrilevanti penalmente e che, dunque, con le nuove norme, non sarebbero state trascritte né depositate. Scrive il Noe: “Tra i numerosi progetti che l’i mprenditore campano Romeo cerca comunque di portare avanti, vi è anche quello relativo alla passata gestione del patrimonio immobiliare di Roma (…), in tale contesto il 16 novembre 2016 si è tenuto un pranzo al ristorante ‘L’isola d’oro’ di Roma a cui hanno partecipato Alfredo Romeo, Domenico Casalino e l’assessore al Bilancio del Comune di Roma, Andrea Mazzillo (con il quale il Casalino collabora). Da ll ’ i ntercettazione ambientale effettuata, non sono emerse questioni di particolare rilevanza investigativa, anche perché si è trattato di un primo ‘approccio’ che, tramite Domenico Casalino, l’imprenditore Romeo ha avuto con l’assessore Mazzillo. I due hanno infatti discusso di alcuni aspetti della gestione del patrimonio immobiliare di Roma Capitale e nello specifico la prima questione affrontata è stata quella dei ‘fascicoli’; in merito Romeo osserva: ‘Assessore... mi segua... lei ha bisogno di un sistema... che gestisce sta roba’ r a c c o ntando poi di aver proposto a ll ’ amministrazione capitolina il loro ‘sistema informativo’ e ‘la licenza d’uso’ a titolo gratuito”.
POI SI AFFRONTA il tema della vendita degli immobili del Comune. L’ass essore Mazzillo obietta però che gli risulta che la Romeo abbia chiesto 3 milioni di euro (per il sistema informativo) e chiede all’i m pr e n di t o re : “Però mi dica secondo lei qual è la strada perché, le spiego... in ufficio mi hanno detto che voi non avete trasferito la banca dati documentale informatica, e per trasferire quella vi siete resi disponibili... ma dietro paga me nt o”. Scrive il Noe: “Romeo espone a Mazzillo il suo ‘consiglio’, raccontando la vicenda di Napoli con la giunta De Magistris (vendita di una parte del patrimonio per 108 milioni di appartamenti agli inquilini). Mazzillo in merito osserva che questa non è comunque la loro linea politica e che proverà e sarà dura e complicatissima. Dopo l’incontro la collaborazione sembra avviata”.
Il 28 novembre Mazzillo chiama e dice che l’indomani deve saltare l’incontro con Casalino, se ne riparlerà la prossima settimana dopo il 4 dicembre. Casalino dice che a questo punto i loro interlocutori (non nominati) si vedranno dopodomani, 30 novembre. Casalino osserva: “Lì è determinante se riusciamo ad avere quei quattro documenti che ho chiesto prima”. Mazzillo dice di saperlo: “Me l’ha detto Alfredo e io gli ho chiesto di chiederle agli uffici, se non ce li danno ce li facciamo mandare direttamente dai vertici”. Venti giorni dopo esplode il caso Consip. Ad agosto 2017 poi Virginia Raggi mette alla porta Mazzillo.
L’8 ottobre 2016 il faccendiere toscano parla di Luigi Di Maio. Romeo gli chiede “Che tipo è? L’hai conosciuto?”. E Russo: “No! Allora noi abbiamo un rapporto storico con un dirigente del ministero dell’Istruzione che, di fatto, fa il ministro. Tale dottor Schiappetta! ( Luciano Chiappetta – annota il Noe – dirigente di ruolo prima fascia capo del dipartimento per l’istruzione) è… una vita che è lì, è vicino alla pensione insomma è stato consigliere di tutti i ministri. Lui ora non mi ricordo il paesino (…), questo s’è fatto questa casetta laggiù e si ritira nei fine settimana si va a fare le vacanze lì con la moglie (...). E Di Maio andò a chiedergli di far lavorare la mamma, di spostare la mamma e di assumere la sorella nelle scuole cioè quindi poi insomma tutto sto perbenismo”.
Romeo commenta: “Vabbè ma pure quello... ma di che stiamo a parlà”. La mamma del candidato premier insegna in un liceo scientifico italiano e latino mentre la sorella, architetto, era socia con Luigi in una società edilizia, la Ardima. Chiappetta, contattato dell’autore, spiega: “Non conosco Carlo Russo, non conosco Di Maio, non ho nemmeno una casa al mare e quindi sono stupito da queste affermazioni che lei mi riporta. Ho abitato nel paese di Di Maio a Pomigliano ma sono andato via dalla Campania quindici anni fa e non ho mai parlato con lui tanto meno di questa storia”.
UNA CONFERMA IN PIÙ del fatto che le intercettazioni irrilevanti penalmente ma sensibili politicamente vanno maneggiate con cura. Però una cosa è verificare le maldicenze evitando di azionare il ventilatore del fango. Altra cosa è gettare il bambino con l’acqua sporca come ha fatto il governo Gentiloni. Vediamo le conseguenze pratiche delle riforme renzusconiane. Grazie alla legge voluta dal ministro Andrea Orlando, la telefonata tra Matteo e Tiziano Renzi – se ritenuta non rilevante, come sostengono da mesi i grandi giornali citando fonti della Procura – non sarebbe mai stata trascritta né pubblicata. Non solo. Sempre grazie ai nuovi limiti all’uso dei trojan, le conversazioni di Romeo con Russo su Tiziano Renzi non sarebbero mai state intercettate.