“Troppo malato per il carcere” Ma resta lì: non c’è posto
Secondo il giudice di Sorveglianza di Pescara, la sua permanenza in carcere è “incompatibile con il suo stato psichiatrico”, eppure da mesi un ragazzo di ventiquattro anni è detenuto presso la Casa di Lavoro di Vasto, senza poter essere trasferito in una struttura idonea a trattare problemi di salute mentale. Come denunciano Patrizio Gonnella – presidente dall’a ss oc iazione Antigone – e Giulio Vasaturo, legale del giovane, il provvedimento dell’Ufficio di Sorveglianza non è stato ancora eseguito perché nel Lazio non ci sarebbero posti liberi in nessun Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), ovvero le strutture della Regione di residenza del giovane in cui sarebbe dovuto essere trasferito.
È lo stesso Gonnella a chiarire: “Il ventiquatterenne viene indebitamente trattenuto” nonostante il ragazzo, affetto da una forma di epilessia cronica e da una grave schizofrenia paranoide, “abbia subito un tracollo psichico dopo essere stato condotto presso la Casa di lavoro, sviluppando una gravissima depressione, con una totale dissociazione dalla realtà, un quadro delirante e tendenze suicide”. Anche Mauro Palma, garante nazionale dei diritti dei detenuti, ha parlato di “una forma illecita di privazione della libertà” e ha sollecitato “immediata esecuzione dell’ordinanza” dell’Ufficio di Sorveglianza. Eppure ancora nulla si è mosso, nonostante il legale del giovane abbia valutato anche la possibilità di trasferire il ragazzo in un Rems fuori dal Lazio. “Ci troviamo di fronte – dice l’avvocato Vasatauro – situa zioni che possono trasformarsi in una tragedia”. Il riferimento è al suicidio di Valerio Guerrieri, giovane morto suicida nel carcere di Regina Coeli lo scorso anno: “Anche in quel caso ci fu una pessima gestione del trasferimento nei Rems e la vicenda finì nel modo peggiore. Il mio assistito ha bisogno di uscire dal carcere al più presto”.