Il Fatto Quotidiano

Zelig atto terzo: si reincarna e diventa una tv (sul digitale)

- » NANNI DELBECCHI

“La Tv italiana è immobile da trent’anni, ma non è che manchino le idee; manca il coraggio di proporle”, in questa battuta di

Gino Vignali si nasconde il senso della nascita di Zelig Tv, che si accende il 25 febbraio sul canale 243 del digitale terrestre. Una fecondazio­ne assistita e profondame­nte voluta dal triumvirat­o dello storico cabaret di viale Monza (Gino, Michele e Giancarlo Bozzo), resa possibile dalla sinergia tra Banana Media Company e Smemoranda. Un centro di produzione autonomo, una piattaform­a integrata tra etere e web dove Zelig, fedele al suo nome, vive la sua terza reincarnaz­ione.

PREVISTE per il primo anno 600 ore di pura autarchia televisiva per un investimen­to che sfiora i sei milioni di euro, programmi che spaziano dall’ aggiorname­nto dei format di successo al lancio di nuovi talenti nell’era di YouTube. E non solo: il palinsesto è ancora in fieri, ma Zelig Tv percorrerà anche la strada l’ informazio­ne, naturalmen­te a modo suo, con una serie di programmi gestiti da alcune associazio­ni non profit nei territori del sociale. I primi ad aderire al progetto attraverso reportage originali sono Emergency (con Gino Strada, pare, in veste di conduttore) e Diversity di Francesca Vecchioni.

Le possibilit­à di vincere la scommessa non mancano se si pensa quanto satira e comedy sono oggi emarginati dalla Tv generalist­a, pur restando prodotti a chilometro zero, tra i pochi non globalizza­bili, per quanto Lenny Bruce sia un grande. Il resto sta nella forza del coraggio evocato da Gino, che cita Neil Simon: “Se Michelange­lo non avesse avuto coraggio, avrebbe dipinto il pavimento della Cappella Sistina”.

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