L’amore infelice di Santagata e quella chiamata che non arriva
Non si fa così, davvero. Sì, lo sappiamo, Rino Formica lo ha spiegato anche a noi, la politica è sangue e merda, però comunque non si fa così. Ci si riferisce al dramma, che definiremmo sentimentale, di Giulio Santagata da Zocca (Modena) - ex ministro prodiano, nonché, in gioventù, dj a Punto Radio con Vasco Rossi - che soffre e s’offre e poi s’offre e soffre perché il giovine Matteo Renzi non lo degna d’uno sguardo. Ricapitolando: il buon Santagata ha messo insieme una lista chiamata per coerenza “Insieme” coi Verdi e i Socialisti. Una piccola cosa, ma fatta col cuore e l’ha offerta a Matteo. E quello niente: non un fiore, né un biglietto; non una telefonata, né un sms; non un post su Facebook, né un misero tweet... E allora Santagata ha cominciato a parlarne con chi lo stava a sentire, giornali compresi: “Devo rimarcare che la costruzione di una coalizione di centrosinistra, plurale e veramente coesa, non sembra essere in cima alle priorità del Pd”(5 gennaio); “Non mi offendo se dal segretario del Pd non ho ricevuto nep- pure un sms, ma la nostra difficoltà di arrivare in tv, mi fa pensare (...) Berlusconi, pur non amando i suoi alleati, fa pranzi, si fa fotografare, crea eventi”(11 gennaio); “Se ho sentito Renzi? No. E non piango”(16 gennaio). Va bene, non piange, però si vede che soffre (e s’offre) e non c’entrano, come dicono i cinici, i soli tre collegi sicuri che il Pd è disposto a dargli. È l’amore non corrisposto che lo fa soffrire. E dire che chiede così poco: un centrosinistra “coeso e plurale” e un segno d’affetto. E dai, Matteo, fagliela una telefonata.