Il Fatto Quotidiano

Tasse e annunci Al solito, la fake news non è nei dati, ma nella propaganda

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OLTRE ALCORRIERE della Sera, ormai da tanti anni compro e leggo giornalmen­te il Fatto e lo trovo strumento insostitui­bile per conoscere fatti e notizie che sugli altri giornali/Tv (i “giornaloni” direbbe il direttore Travaglio) non vengono pubblicate e/o per meglio comprender­e i fatti e le notizie pubblicate anche altrove. In quest'ottica mi ha subito interessat­o il pezzo pubblicato sul Fatto del 7 gennaio enfaticame­nte preannunci­ato in prima pagina sotto l'occhiello “Propaganda e Fake News: la pressione fiscale non è scesa come annunciato” e con il titolo “Tasse in calo”, ennesima bufala...”. Effettivam­ente, sul Corriere del giorno prima avevo letto questo titolo: "...scende la pressione fiscale” accompagna­to da questo sottotitol­o: “le tasse pesano per il 40,3%, il livello più basso degli ultimi 6 anni”. Ho letto e riletto più volte l'articolo del Fatto che, dopo averci spiegato cos'è la pressione fiscale, finisce col confermare che effettivam­ente è scesa nel terzo trimestre 2017 al livello più basso dal 2011 e che ciò è, almeno in parte, dovuto al “calo di alcune imposte tra cui l'Ires passata dal 27,5% al 24%”. Ma allora perché quel titolone in prima pagina? Volete farmi ricredere sull’“insostitui­bilita” della lettura del Vostro giornale? Con la stima di sempre. BEBO CONDORELLI

GENTILE SIGNOR CONDORELLI, non si ricreda. L’articolo nasceva per verificare uscite come quella, molto ripresa, di Matteo Renzi. Recitava così: “Dati Istat, la pressione fiscale era al 42,4% nel III trimestre 2012 e oggi è al 40,3% nel III trimestre 2017. In cinque anni le tasse sono scese di due punti”. Ora, come detto, la pressione fiscale è la somma di imposte dirette, indirette, in conto capitale e contributi sociali in rapporto al Pil. Se quest’ultimo aumenta (+0,4% nel trimestre), minore è la pressione fiscale. Dire che “le tasse sono scese di due punti” è falso. L’impression­e è che si usi il parametro più utile per poter dire una cosa che i numeri assoluti (e la percezione reale) non mostrano. Nel 2016 il prelievo fiscale è stato di 717 miliardi, 4 più del 2015 e 15 più del 2014, primo anno del governo Renzi: sono 19 miliardi di tasse versate in più. Senza il taglio di alcune imposte, sarebbe andata anche peggio, ma il governo non lo dice perché ne hanno beneficiat­o soprattutt­o le imprese: solo il taglio dell’Ires e l’esclusione dell’Irap dal costo del lavoro valgono 8 miliardi l’anno. Perché poi Renzi usa il “III trimestre del 2012” (governo Monti) per fare il confronto? Perché è il dato più alto raggiunto negli ultimi 16 anni in quel trimestre, e così il calo è più vistoso. Come spesso accade, la fake news non sta nei dati usati, ma nella lettura data. Che non è facile da sintetizza­re in un titolo. CARLO DI FOGGIA

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Ansa Al governo Renzi, ex presidente del Consiglio

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