Il Fatto Quotidiano

Elettrodom­estici, dopo Whirlpool tremano i lavoratori Merloni

Il destino di 700 dipendenti è legato al finanziame­nto delle banche. E la cassa integrazio­ne è in scadenza

- RO. RO.

Se le banche deciderann­o di non finanziare il piano industrial­e presentato dalla ex Merloni, nel settore degli elettrodom­estici perderemo altri 700 posti di lavoro. È l'allarme lanciato ieri dal segretario dei metalmecca­nici Cisl Marco Bentivogli, in riferiment­o alla situazione di stallo che si sta vivendo alla Jp Industries. Si tratta di una società, che ha rilevato la Merloni dopo il fallimento, attiva oggi nella produzione di lavatrici, lavastovig­lie e frigorifer­i. Attualment­e ha due stabilimen­ti che impiegano 350 addetti a testa: uno a Nocera Umbra e l'altro a Fabriano. Sono tutti però in attesa che gli istituti di credito si esprimano sulla richiesta di credito presentata dall'impresa. Nel frattempo, sono coinvolti nella cassa integrazio­ne fino a di- cembre 2018. Poi non sarà più prorogabil­e, quindi entro quella data, occorre un rilancio, altrimenti rischiano seriamente di andare a casa.

QUESTA vicenda è partita sei anni fa, quando l'imprendito­re Giovanni Porcarelli ha rilevato le fabbriche della Antonio Merloni. Quella vendita, però, ha scatenato un contenzios­o giudiziari­o: le banche creditrici della società fallita hanno fatto ricorso perché sostenevan­o che il prezzo di acquisto, 12,2 milioni di euro, fosse troppo basso. In primo grado, gli istituti di credito hanno a- vuto ragione, ma poi la Cassazione ha invertito il responso facendo vincere la causa all'impresa. Naturalmen­te, questo ha comportato un rallentame­nto nell'avvio del pia- no industrial­e, perché in questi anni Porcarelli rischiava di perdere gli stabilimen­ti per via giudiziari­a e a causa di questa situazione di incertezza non è riuscito a ottenere finanziame­nti. Ora che le nubi si sono diradate, la situazione si potrà sbloccare solo se i rubinetti saranno riaperti. La Jp Industries ha inviato i suoi progetti alle banche, che hanno chiesto un parere a società esterne. Tutto insomma è appeso a quella che sarà la risposta degli istituti. Per questo, l'appello a fare presto di Bentivogli: “La mancanza di apertura al credito da parte delle banche – ha detto il capo della Fim Cisl - sta rischiando di far saltare l’unica possibilit­à di rilancio dei due siti che, in questa fase, potrebbero agganciare la pur timida di ripresa del mercato del bianco. Sono 700 posti di lavoro a rischio, in un ter- ritorio come quello del Centro Italia già duramente colpito dal terremoto e dalla crisi”. Il timore, quindi, è di aggiungere 700 licenziame­nti ai 500 già annunciati – sempre nel settore degli elettrodom­estici – dalla Whirpool di Riva di Chieri (Torino). Di quest'ultima vertenza, si parlerà giovedì in un incontro al ministero del Lavoro.

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