Il Fatto Quotidiano

Al Sisi candidato unico: si ritira anche l’ultimo suo avversario

- P.C.

Khaled Alì, candidato della sinistra alle Presidenzi­ali arriva alla conferenza stampa organizzat­a in fretta e annuncia il suo ritiro dalla campagna: “La democrazia non è più garantita - ha detto davanti a un centinaio di giornalist­i stretti nel quartier generale - il presidente al-Sisi sta facendo di tutto per vincere senza rischiare, andare avanti non ha più senso. Questa decisione è irrevocabi­le, un segnale lanciato ai giovani, bisogna reagire a questo stato di cose”. In appena 24 ore, da martedì pomeriggio, con l’arresto dell’alt ro candidato, il generale Sami Anan, lo scenario elettorale è stato stravolto. Senza dimenticar­e gli altri due forfait ‘ e c c e llenti’, quello del nipote di Anwar el-Sadat e dell’ex premier Ahmed Shafiq: il primo ha rinunciato alla candidatur­a, il secondo non ha fatto neppure in tempo a rientrare in Egitto dagli Emirati. Al momento i candidati rimasti in lizza per sfidare un secondo mandato di al-Sisi sono ridotti a zero. Solo contro nessuno, solo contro tutti. Si era parlato di Murtada M an so ur , presidente della squadra di calcio dello Zamalek, grande amico e sostenitor­e di al-Sisi, ma a questo punto una sua candidatur­a non avrebbe alcun senso. Le strade percorribi­li rimaste sono due: o il capo del regime cancella e magari posticipa il voto, oppure va avanti a caccia di una legittimaz­ione di facciata. Al- Sisi per confermars­i presidente dovrebbe ottenere il 5% degli aventi diritto al voto, in cifre poco più di 3 milioni di voti. Facile, ma non scontato, specie dopo il ritiro dei suoi competitor e la reazione che ciò avrà sull’elettorato.

Erano in molti ieri a sperare in un passo indietro di Khaled Alì: “Avesse deciso di sfidare il presidente per lui sarebbe stata una doppia sconfitta - spiega un attivista - una sconfitta sicura alle urne e una seconda nei confronti degli egiziani. Ha fatto la cosa giusta”.

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