Ecco la Boschi in maschera al Carnevale acchiappavoti
BOLZANO Nel collegio da paracadutata
La Boschi con un bacio rosso sulla guancia. Il sottosegretario Gianclaudio Bressa con la faccia nera di cenere. Mentre nell’aria si odono scoppi e gente con il volto coperto corre per le strade urlando. C’è chi brandisce lo schioppo.
La campagna elettorale a Bolzano prende tinte forti. Tranquilli, niente scontri. È il Carnevale. E la vittoria alle elezioni si gioca anche sfilando tra le maschere per le strade di Salorno, paese ai piedi di un castello appeso ai monti. Nel cuore del collegio Bolzano-Bassa Atesina, dove convivono italiani e sudtirolesi.
Ieri l’Alto Adige è stato il centro politico d’Italia: Boschi, poi Alessandro Di Battista e Riccardo Fraccaro. Mentre Casa Pound era in corteo.
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Boschi sarà eletta, si sa già. Ma se Pd e Südtiroler Volkspartei perderanno voti, il patto tra loro scricchiolerebbe. Poi Maria Elena Boschi è simbolo del renzismo, così tutti d’un tratto si accorgono di Bolzano.
ECCOLA ALLORA per le strade di Salorno. All’inizio più rigida, impacciata, poi si scioglie. Chissà se sia consumata arte politica oppure sincero entusiasmo in mezzo alla folla. Arriva con Oswald Schiefer, responsabile Svp in Bassa Atesina, con l’angelo custode Bressa. Si aggira attenta tra la folla. Ma è un attimo: un omone con i baffi finti e una botte di vino sulle spalle le si piazza davanti. La scorta guarda interdetta. Tranquilli, è Perkeo, la maschera della festa: sì, il folle che viveva di solo vino, finché morì per un sorso d’acqua. Perkeo il giullare di corte che nel ‘700 si conquistò la fiducia di un Granduca fino a diventarne il fido consigliere. Surreale incursione carnevalesca in una campagna elettorale che qui vive di simboli. Boschi piano piano cede, prima Perkeo, poi signorine in parrucca fucsia, uomini vestiti da damine che le stampano un bacio rosso carminio sulla guancia. Un tizio la ‘trucca’ con ditate di cenere. Tocca anche al paziente Bressa, l’italiano più amato dai sudtirolesi, il candidato Pd al Senato. Mentre un big dell’Autobrennero sfila vestito da contadino in parrucca: realtà e finzione, potere e gioco. Non si riconoscono più. Va tutto giù liscio, come i bicchieri di rosso che la folla mesce a candidati e politici. “La candidatura Bo- schi? All’inizio abbiamo fatto un po’ buon viso a cattivo gioco... ma ora va bene”, sorride Schiefer. Ma non è una battaglia facile. Lo si è visto la mattina quando Boschi è stata nel quartiere Don Bosco. Quello costruito da Benito Mussolini quando negli anni ‘30 cercò di cacciare a calci nel sedere i sudtirolesi e fece immigrare a Bolzano decine di migliaia di italiani. Sono sempre qui: erano operai, ora si sentono ai margini. In una provincia sempre più a trazione sudtirolese dove loro non parlano tedesco: “Boschi non parla tedesco, nemmeno io. Sono calabrese, terrone, come lei. Tutti quelli nati sotto il Po sono terroni”, sorride Luigi, arrivato dalla Calabria, incrociando la candidata. La gente si divide: chi si convince, chi attraversa la strada e va verso i militanti di Casa Pound.
Via Sassari è come il muro di Berlino: passato il confine ti addentri in un quartiere “dove Casa Pound ha raccolto più del 25% dei voti”, racconta Bressa. Una politica fatta di poche idee, magari andando a portare la spesa a casa agli anziani. E, come è successo lunedì scorso, cacciando i clochard dal pronto soccorso con un blitz. Boschi prende le distanze: “Tutto, dai valori e le ricette culturali, dalla nostra idea di Italia e dalla memoria che onoriamo ci separa da Casa Pound. Noi vogliamo garantire sicurezza alla gente, ma non come loro”. È più facile alla sera: al Laurin – marmi, velluti, legno scuro e sapore asburgico– la Bolzano che conta e li sostiene. Ma bisogna far breccia nella gente comune. E sarà dura per il Pd: convincere insieme italiani delusi e sudtirolesi che scalpitano.
LO STESSO ENIGMA che si presenta ai Cinque Stelle. Che non sono alleati dell’Svp, ma si propongono come partito interetnico ( l’unico, finora, sono i Verdi). E Di Battista, dopo aver attaccato Boschi, ha preso di mira la Svp: : “La Svp fa inciuci col Pd. Boschi è stata sconfitta al referendum sulla riforma costituzionale. Non solo: ha usato il suo ruolo di ministro per occuparsi di una banca riconducibile alla sua famiglia. Mi meraviglio che la Svp abbassi la testa alla Boschi”.
La scommessa di tutti è riuscire a convincere insieme le due comunità. Approfittando del fatto che a queste elezioni i duri del Sudtiroler Freiheit non si presentano. Ma se nessuno riuscirà nell’impresa, alle provinciali dell’ autunno Bolzano rischierà di dividersi tra due destre, opposte e ostili. Italiana e sudtirolese. E sarebbero dolori.