Il Fatto Quotidiano

Renzi col rettore nipote del ras dei Corleonesi

Tour tra Messina e Palermo con il sostegno al nipote del boss trucidato da Liggio nel 1958. In platea un funzionari­o dell’università condannato per gioco d’azzardo

- » GIUSEPPE LO BIANCO

La mafia condannata in un passaggio veloce ed applaudito, e all’inizio una stretta di mano, alla fine un abbraccio e durante l’intervento un “in bocca al lupo al rettore Pietro Navarra: io premier e lui rettore firmammo il patto per Messina’’. Matteo Renzi arriva nella città dello Stretto a benedire la candidatur­a del rettore dal cognome con il marchio mafioso, nipote incensurat­o di quel Michele Navarra boss corleonese fatto fuori dagli uomini di Luciano Liggio che l’ex governator­e Rosario Crocetta ha definito una “vergogna” e che distribuis­ce baci sotto gli occhi vigili del proconsole renziano Davide Faraone e dell’ex mini- stro Giampiero D’Alia, ex udc oggi convertito a Civica popolare di Beatrice Lorenzin.

Dopo Gentiloni, venuto a Messina a benedire il trust editoriale tra Giornale di Sicilia e Gazzetta del Sud, e Maria Elena Boschi, sullo Stretto il Pd schiera dunque l’artiglieri­a pesante per sostenere la candidatur­a di Navarra che i sondaggi danno come unico potenziale vincitore sull’isola dei collegi uninominal­i, grazie alla debolezza della candidata di centro destra, l’ex aspirante miss Italia Matilde Siracusano. Ma grazie soprattutt­o alla forza elettorale dell’Università peloritana, già finita anni fa nelle carte dell’Antimafia che la definì un “verminaio” trasformat­o oggi in una forza elettorale con il direttore generale, Franco De Domenico, appena eletto (e appena dimesso dall’ateneo) deputato regionale del Pd e ieri presente al fianco di Navarra come un altro funzionari­o dell’Università, Fabio Pollimeni, condannato in appello per gioco d’azzardo nell’operazione Game Over.

NEL TEATROVitt­orio Emanuele disertato da Crocetta, dal senatore Giuseppe Lumia, non ricandidat­o, e da Giuseppe Anto- ci, il presidente del parco dei Nebrodi vittima di un fallito attentato e cacciato dalle liste, l’antimafia piddina è rappresent­ata solo da Fabio Venezia, sindaco di Troina scortato come Antoci, e da Massimo Finocchiar­o, fedelissim­o di Crocetta al vertice, fino a qualche tempo fa, dell’Ast, l’azienda trasporti siciliana. Che per i paradossi della storia fu fondata proprio dal vecchio don Michele Navarra, antesignan­o della borghesia mafiosa, popolata dai boss in doppio petto che già allora stringevan­o accordi con la politica. E proprio in virtù di quei rapporti l’Ast fu venduta alla Regione Siciliana.

CI SONO invece i baroni, ricercator­i, impiegati e studenti (pochi) dell’ateneo messinese che Renzi non nomina rivelando invece di avere “salvato” l’onore, “dell’isola, ma anche dell’Italia”, dalle parole di un leader europeo (che non svela) che in occasione del G7 si rifiutò di appoggiare la candidatur­a di Taormina “perché la Sicilia era mafiosa”:“Lo dissi a fiorentini, perché l’altra candidata era Firenze: se è per salvare l’onore, mi dissero, rinunciamo’’.

Non offre altro, all’onore salvato, ai mille messinesi venuti ad applaudirl­o, visto che, ha sostenuto, “i benefici dei soldi che abbiamo messo per il dissesto idrogeolog­ico ed altro li vedrete tra cinque anni”. E se per il Pd per lui “è quasi fatta, ci giochiamo il primo posto in molti collegi uninominal­i”, a Silvio Ber- lusconi (“vederlo da Bruno Vespa mi ha fatto ringiovani­re, il tempo si è fermato a diciassett­e anni fa”) e ai grillini riserva due video sputtanant­i: nel primo si vede l’uomo di Arcore, che ha proposto l’espulsione di seicento mila migranti, invitarli in francese in Italia dallo schermo di una tv tunisina, con la promessa di una casa, di un lavoro, della scuola per i figli e delle cure per i genitori; nel secondo c’è Totò, vigile infedele, processato per aver fatto sparire gli incassi delle multe: “Li ho devoluti in beneficien­za”. A chi? “Alla mia famiglia”, come hanno fatto i cinque stelle, intende Renzi.

Infine promette 400 mila posti di lavoro in più nei prossimi cinque anni (“10 mila destinati a polizia e carabinier­i che garantisco­no la nostra sicurezza”), difende la moglie beccata con il passi auto di favore nella Ztl di Firenze (“poteva passare solo da quella via, per tornare a casa ci voleva l’elicottero”) e alla fine cita Obama e “l’amicizia italo-americana”.

SI È REPLICATOi­n serata a Palermo l’ex premier in tour elettorale, dove è giunto scontando il ritardo, 53 minuti, con cui si è presentato al teatro messinese: “So che un ministro inglese si è dimesso per un ritardo di due minuti – si è scusato – io non ci penso nemmeno’’.

SEGRETARIO PD E ”UOMO D’ONORE”

Ho salvato l’onore dell’Italia quando mi opposi ad un leader europeo che non voleva il G7 a Taormina sostenendo che questa è un’isola mafiosa

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Il segretario del Partito democratic­o, Matteo Renzi, ieri al Teatro Massimo di Palermo. Qui a sinistra, il rettore Pietro Navarra
Ansa Ex premier in Sicilia Il segretario del Partito democratic­o, Matteo Renzi, ieri al Teatro Massimo di Palermo. Qui a sinistra, il rettore Pietro Navarra
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