L’ETERNO RITORNO DEL BARZELLETTIERE
LUIÈTORNATO. Definitivamente. L’incandidabile senescente Silvio Berlusconi non si tiene più. Un po’ è il processo di bollitura ormai inesorabile: l’altra settimana dal palco di Confcommercio ha inanellato una serie interminabile di gaffe (la migliore: “Ho portato le pensioni a mille lire al mese. Allora bastavano”). Un po’è lo spirito da animale da palco: l’uomo di spettacolo ha preso il sopravvento sull’uomo politico. Ieri l’ex Cavaliere ha incontrato i giovani di Forza Italia di fronte alla sede del partito, a Roma. E ha regalato una serie di perle. Per esempio: “Vi spiego come votare. Dovete barrare il simbolo di Forza Italia. E se proprio a qualcuno Forza Italia sta sulle palle, ci fa una croce sopra e la cancella”. Poi la ricetta del suo entusiasmo: “Vi dico la cura per essere giovani: vi do la marca delle mie supposte”. L’unica barzelletta minacciata ma non pronunciata è sui Cinque Stelle: “Ce n’è una su Di Maio ma non ve la posso raccontare, perché è troppo cattiva e poi finisce sui giornali”. Una battuta sulle elezioni laziali e su Sergio Pirozzi, che corre contro il centrodestra: “Cercheremo di convincerlo a ritirarsi con le buone maniere, per i calci in culo c’è tempo”. Infine la foto di gruppo, tutti con le mani in alto. Col solito pezzo di repertorio: “Chi mi tocca il culo?”. E strizzatina d’occhio ai cronisti francesi: “Questa non la traducete”.